27 settembre 2012 - Gazzetta di Mantova - Botta e risposta ambientalisti-assessore

Gasparini: inquinate le coscienze e frenate la bonifica. Grandi: parole in libertà, sì al dibattito pubblico

Gli ambientalisti del decalogo verde e del parco tecnologico tornano all’arrembaggio. Contro «la politica che non mantiene, l’inquinamento delle coscienze, la strozzatura economica che blocca la città e spegne il dibattito». Assicurano che non vogliono giocare a chi urla più forte né andare a bussare in Procura. Però. Il presidente di Ambiente e Sviluppo, Gaspare Gasparini ci va giù duro, tornando a puntare il dito contro la malafede della Provincia, che ha imboccato la strada sbagliata dell’accordo di programma, cercato di rimbalzare al ministero la palla dell’identificazione del responsabile dell’inquinamento tra Ies e Belleli Energy (sottraendosi così a un obbligo), ostacolato l’accesso agli atti e ancora nicchia nonostante sia passato un anno. Mentre l’onda dei veleni sotterranei continua a scivolare verso le acque dei Laghi. Sul fronte opposto l’assessore alla partita, Alberto Grandi, replica rovesciando l’accusa: «Sono solo parole in libertà, dieci giorni fa il presidente di Ambiente e Sviluppo ha incontrato il dirigente e il funzionario del settore ambiente. Gasparini sa tutto. Sa che ci sono delle aziende inadempienti, che Belleli Energy ha consegnato soltanto stamattina (ieri per chi legge, ndr)le sue caratterizzazioni, perché prima ci aveva trasmesso dei dati sbagliati. In ogni caso l’ordinanza è quasi pronta, è allo studio del nostro ufficio legale perché sia solida». Inoppugnabile. Gasparini sventola (e consegna) un parere tecnico legale, insiste a sostenere che, testo unico alla mano, l’accordo di programma è inapplicabile al sito di Mantova, perché presuppone l’intesa delle aziende: obbligare a pagare chi non ha inquinato non si può, calpesta un principio comunitario. Il pasticcio «ha contribuito a ritardare la bonifica e ad aggravare l’inquinamento in atto» denunciano gli ambientalisti, accusando la politica tutta e, la Provincia in particolare, «di una serie di errori e omissioni a senso unico, nella direzione del mantenimento dello status quo». E giù botte: «Il comportamento della nostra amministrazione è tale da favorire un’economia di sottosviluppo perché consente alle imprese inquinanti di risparmiare i costi della ricerca e dell’innovazione. Costi che ricadono sulla collettività per il mancato insediamento delle aziende ecocompatibili e sui lavoratori per la perdita del lavoro (vedi Ilva)». Il punto è nodale - scandisce Sergio Cordibella di Italia Nostra – da una parte è evidente l’urgenza di risanare, dall’altra che il vecchio modello di sviluppo è in fase calante. «Serve una proposta alternativa». Quindi, assessore? Grandi cala sul tavolo il secondo lotto della conca di Valdaro. Lunedì il ministero dell’ambiente ha dato il via libera definitivo, sommando la conferenza istruttoria a quella decisoria. In ballo ci sono 7 milioni di euro dell’Unione Europea, per non perderli bisogna bandire la gara, affidare i lavori e completare l’opera entro un anno e mezzo. Il ministero ha detto sì anche al processo di bonifica del rettangolo di darsena Polimeri coinvolto nell’opera. «Sarà la prima bonifica in sito, condotta con tecnologie innovative - rivendica Grandi - Non finirà nulla in discarica, riutilizzeremo tutto». Per l’assessore è la prima pietra del parco tecnologico. «È necessario risvegliare le coscienze - incalza Gasparini – ma non riusciamo a fare dibattiti». «Gli ambientalisti hanno delle informazioni sbagliate e incomplete – ribatte Grandi – Certo che sono disponibile a un incontro pubblico, se mi chiamano organizziamo. Così dirò come stanno veramente le cose». (ig.cip)