16 ottobre 2012 - Gazzetta di Mantova - «Abbiamo fatto chiarezza Ora basta alibi e ritardi»

Grandi rivendica l’azione del suo assessorato e replica agli ambientalisti «L’unico modo per bonificare il polo chimico è tenere le imprese a Mantova»

L’assessore provinciale all’ambiente sfodera un cauto ottimismo. Alberto Grandi coltiva la speranza che le ordinanze sul surnatante e il mercurio possano accelerare la messa in sicurezza del polo chimico, saldandosi magari all’accordo di programma del ministero. Che langue nel cassetto. L’obiettivo ultimo resta la bonifica.

Assessore, come mai ci è voluto così tanto tempo per individuare il responsabile dell’inquinamento nell’area Belleli? Dall’avvio del procedimento all’ordinanza è passato un anno.

«Perché la Provincia non ha strumenti d’indagine diretti, deve utilizzare caratterizzazioni e analisi di altri enti, di Arpa e Asl oppure delle stesse imprese, purché siano validate. Ecco, per individuare il responsabile la Provincia deve partire da questi documenti e costruire atti sufficientemente solidi. Troppo banale dire che la raffineria inquina, era necessario mettersi al riparo da eventuali ricorsi. L’ordinanza doveva essere tecnicamente e giuridicamente sostenibile».

Dall’ordinanza pare di capire che le omissioni e le responsabilità della raffineria riguardino il passato. Oggi possiamo stare tranquilli?

«Vero, il problema si trascina da decenni. Oggi abbiamo la ragionevole speranza che la situazione sia sotto controllo, che non ci siano rilevanti fonti attive d’inquinamento della falda. La Ies ha fatto molto in tal senso».

Se le colpe puntano al passato, l’emergenza però è ancora attuale. Il surnatante è sempre lì, l’onda di idrocarburi che galleggiano nella falda minaccia di avvelenare il Mincio.

«Credo che queste ordinanze segnino uno spartiacque nella storia del Sin, affermando un elemento di chiarezza sia per il surnatante sia per il mercurio. Abbiamo ricostruito una vicenda cinquantennale, adesso nessuno potrà più nascondersi dietro a un dito».

Due anni fa il ministero aveva fatto la voce grossa, annunciando l’intervento d’ufficio nell’area Ies-Belleli e stanziando pure 15 milioni di euro. Cosa è successo nel frattempo?

«Il progetto del ministero presentava molte criticità di ordine tecnico e finanziario, di conseguenza non si è concretizzato. Anche per questo spero che le ordinanze inducano le aziende ad accelerare la messa in sicurezza e le bonifiche, saldandosi all’accordo di programma e al progetto Sogesid. La mia strategia è quella di tenere aperte tutte le porte, continuando a dialogare con il ministero».

Ambiente e Sviluppo accusa la Provincia di aver ostacolato l’individuazione del responsabile nell’area Ies-Belleli, ritardando la messa in sicurezza a aggravando così l’inquinamento. Cosa risponde?

«Rispondo con l’ordinanza, un atto concreto che dimostra il lavoro fatto. Se gli ambientalisti vogliono ammazzare le imprese, noi non ci stiamo, noi siamo per il dialogo. L’unico modo per bonificare il polo chimico è tenere qui le imprese, il lavoro e la ricchezza». (ig.cip)