Conservazione del cordone ombelicale
http://www.cordoneombelicale.it/
LA BAMCO RISCHIA DI CHIUDERE
LEGGI STRANAMENTE ... ESTEROFILE
La BAMCO (Banca Autologa Cordone Ombelicale) rischia di chiudere.
L'attuale Governo non vuole infatti che in Italia le madri possano conservare il proprio cordone ombelicale in Italia.
(Vedi Ordinanza del Ministro della salute del 26 febbraio 2009 recante: "Disposizioni in materia di cellule staminali da sangue di cordone ombelicale": http://www.ministerosalute.it/imgs/C_17_normativa_1894_allegato.pdf
Ma (primo problema) di chi è il cordone se non della madre?
Chi al mondo può avere il diritto di impedire ad una donna di conservare il collegamento biologico tra il proprio corpo e quello del neonato?
Può uno Stato esercitare tale veto?
No, diciamo noi.
Il Governo italiano concede però alla madre due "libere" alternative:
1) Mettere il suo cordone ombelicale a disposizione di tutti (nei centri di raccolta "allogenica");
oppure
2) (secondo problema) portarlo all'estero, spendendo (tra l'altro) molto di più: un doppio svantaggio per chi non è ricco.
Addirittura il sito del Ministero della salute fornisce, incoraggiando oggettivamente tale ipocrita soluzione, il Modulo di autorizzazione all'esportazione di campione di sangue da cordone ombelicale (!!!):
Ma, diciamo noi, se il Governo vuole impedire (illiberalmente) che una madre conservi il proprio cordone ombelicale, con quale coerenza le concede di portarlo all'estero, incoraggiandola addirittura a farlo?
Il Governo, se fosse minimamente coerente, dovrebbe avere il coraggio di vietare in ogni caso la conservazione del cordone ombelicale con finalità autologhe, senza alcuna distinzione tra territorio nazionale e territorio estero.
Crede forse, con tale generosa (?) concessione, di recuperare un minimo di credibilità sul piano del rispetto della libertà individuale?
Come si può concedere di esportare una "cosa" strettamente personale che si vieta di conservare in Italia?
Infine ci sarebbe da sottilizzare tra conservazione ed utilizzo: appare infatti in ogni caso assurdo il divieto della conservazione del cordone ombelicale, perchè tale divieto viola totalmente, nei confronti della madre, la libertà personale su una "cosa" di cui è proprietaria soltanto la madre; semmai il problema dovrebbe essere spostato sull'utilizzo del cordone.
I centri di raccolta autologa stranieri sono felicissimi di questa strana posizione del Govermo italiano.
In particolare esulta San Marino ...
Ma è questa la libertà della Casa delle libertà?
( nota* )
Costo a favore della Bamco: 50 € per la prenotazione + 375 € per l'inizio di conservazione del cordone + 25 €/anno.
DAL WEB
Vita.it
http://beta.vita.it/news/view/89733/rss
Bocciato l'ordine del giorno dell'onorevole Palagiano
Domenica 26 aprile 2009
Continua la polemica tra Governo e opposizione sull'istituzione della rete nazionale delle biobanche.
Il Governo ha bocciato l'emendamento al Milleproroghe firmato da Antonio Palagiano, capogruppo Idv in Commissione Affari Sociali della Camera.
A inizio febbraio il Governo aveva inserito nel Milleproroghe un nuovo rinvio per l'istituzione della rete nazionale delle biobanche (prevista dalla legge 219/2005) e l'inizio della raccolta delle cellule cordonali per destinazione autologa (approvata sotto il governo Prodi). La nuova scadenza prevista è il 30 giugno 2009. (**)
In realtà l'onorevole Palagiano nei suoi commenti è un po' impreciso: "L'istituzione e organizzazione di una bio-banca italiana del sangue del cordone ombelicale, ricco di cellule staminali, non puo' essere rimandata all'infinito", ha detto Palagiano. Per l'esattezza si tratta di creare la rete nazionale, dando a tutte le banche medesime caratteristiche tecniche, perché di banche che raccolgono e conservano le preziose cellule staminali presenti nel cordone ombelicale ne sono già attive 18.
"L'abolizione della possibilita' di raccolta autologa mi sembra soltanto un'ulteriore dimostrazione di quanto questo Governo sia reazionario e antiprogressista": possibilità però che finora non è mai stata attuata.
(**) NOTA DELL'OSSERVATORIO MANTOVANO: Il comma 7 dell'art. 1 dell'Ordinanza del Ministro della Salute del 26 febbario 2009 dice però che il Ministro della Salute emanerà in tale materia un decreto entro il 31 dicembre 2009.
San Marino
... il sangue del cordone ombelicale è ricco di cellule staminali emopoietiche, capaci di dare origine a tutte le cellule del sangue e che la conservazione di cellule staminali cordonali è una grande opportunità: le loro applicazioni terapeutiche sono in continuo sviluppo e il parto è l’unico momento in cui è possibile prelevarle e raccoglierle, senza alcun rischio e fastidio per la mamma e il suo bambino.
Conservare le cellule staminali del cordone ombelicale per 30 anni costa 2.200 euro, versabili in un’unica soluzione o rateizzabili su uno o due anni. Il prezzo comprende l’invio del kit e dei documenti per l’attivazione, il trasporto del campione, il trattamento e la conservazione delle cellule per tutto il periodo, lo screening neonatale standard su 25 patologie, l’eventuale consegna del campione congelato a una struttura sanitaria italiana e una copertura assicurativa per il trasporto e tutto il periodo di conservazione.
Svizzera
DAL SITO www.futurastemcells.ch
Da http://www.futurastemcells.ch/index.php?gclid=CLW3tLjnjpoCFQ0FZgodrRiHFA
Un'ora sola per curare cecità con cellule staminali.
Il trattamento sarà disponibile tra sei/sette anni.
Leggi articolo PDF:
http://www.futurastemcells.ch/rassegna/32.pdf
DAL SITO http://www.stembank.ch
Le cellule staminali rappresentano la nuova frontiera della medicina e la concreta speranza di vincere malattie che fino a ieri parevano incurabili. È noto che numerosi istituti di ricerca stanno dedicando i loro massimi sforzi proprio alle cellule staminali, per comprenderne appieno le proprietà e potenzialità di cura.
In parole semplici, si dicono staminali quelle cellule che non si sono ancora “specializzate”, differenziandosi in una specifica e definitiva funzione. Proprio questa loro caratteristica le rende estremamente preziose, in quanto è oggi possibile utilizzarle per “riparare” organi e tessuti danneggiati.
Il servizio offerto da SSCB costa 2'900.- CHF (+ IVA del 7,6%) - in tutto,
IVA inclusa, meno di 2.000 Euro - e comprende tutto, inclusa la
conservazione per i primi 20 anni (sono circa 8 Euro al mese!). Non c’è nessuna
spesa aggiuntiva o imprevista, nessun canone annuale.
L’importo totale viene corrisposto a SSCB in due rate:
SSCB garantisce la più assoluta trasparenza: il prezzo indicato al momento
dell’adesione è comprensivo di tutto e per tutto il tempo di conservazione.
Belgio e Olanda
DAL SITO www.powercells.it
http://www.powercells.it/?gclid=CPHB0rbojpoCFQdN5QodNCmpFA
... conservare le cellule staminali da cordone ombelicale ai fini di un utilizzo autologo, vale a dire principalmente a vantaggio del donatore stesso. Un'unica, importante occasione da cogliere per la tutela della salute futura del vostro bambino. Conservare in forma autologa le cellule staminali cordonali significa avere a disposizione cellule totalmente compatibili, quindi senza alcun rischio di rigetto in caso di trapianto, perchè provenienti dalla stessa persona su cui saranno impiegate e con un'alta probabilità di compatibilità in caso di utilizzo tra consanguinei (fratello, sorella, genitori).
Perchè conservarle?
Conservare le cellule staminali significa oggi garantire una "assicurazione biologica" a vostro figlio.
Anche se la scoperta delle cellule staminali cordonali è relativamente recente, esse sono già state utilizzate con successo nella cura di alcune malattie e l'interesse che il campo scientifico sta dedicando a questo settore è sempre più crescente in considerazione del numero di malattie attualmente curabili e che potranno essere curate in futuro. Ogni giorno vengono scoperte nuove applicazioni e ciò giustifica l'ottimismo in questo settore.
Oggi, reperire cellule staminali significa ricercare un donatore di midollo osseo, una pratica lunga e costosa per la comunità, con tempi d'attesa prolungati e ridotte probabilità di trovare un donatore compatibile con il rischio, in caso di trapianto, di incorrere in crisi di rigetto. La conservazione delle cellule staminali per un utilizzo autologo ne garantisce l'immediata disponibilità ed elimina alla fonte il problema di risposte immunitarie dell'organismo poiché vengono utilizzate cellule staminali dello stesso individuo.
Uno dei limiti delle cellule staminali sta nel fatto che il numero relativamente basso non permette il trattamento in individui adulti e con peso ponderale elevato, nei bambini il loro utilizzo non è in discussione. Tuttavia oggi c'è la possibilità di poterle espandere con la tecnica della coltura in vitro ciò permette di moltiplicare le cellule staminali fino a 4-5 volte mantenendone comunque le peculiari caratteristiche, dando quindi la possibilità, in alcuni casi, di poterle utilizzare anche in età adulta.
Quali malattie possono essere trattate?
Le cellule staminali del cordone ombelicale possono essere utilizzate per trattare malattie legate al sistema sanguigno ad esempio in cui sia necessario un trapianto di midollo osseo.
E' ormai di pubblico dominio che con esse è stato possibile curare alcuni tipi di tumori del sangue come le leucemie ed i linfomi. Migliaia di persone hanno potuto beneficiare di questo tipo di trapianto.
Il sangue del cordone ombelicale contiene anche altri tipi di cellule staminali.
Sarà possibile utilizzare queste cellule per riparare lesioni che si verificano in altri distretti del corpo umano ed in tessuti diversi da quello sanguigno, come il cuore, il muscolo, il sistema nervoso, il fegato, il tessuto osseo e le cartilagini. Le cellule staminali potranno essere applicate direttamente per riparare il tessuto danneggiato. Ad esempio, sarà possibile riparare il tessuto cardiaco dopo un infarto acuto del miocardio, iniettando direttamente nella zona di necrosi le cellule staminali del cordone ombelicale. In un futuro, come del resto promesso da numerosi studi scientifici, sarà possibile curare malattie devastanti e sempre più frequenti come il Parkinson o l'Alzheimer, la sclerosi multipla o il diabete. In queste patologie alcune linee cellulari deputate a svolgere una determinata funzione o sono scomparse o hanno cessato di svolgere le proprie funzioni. Le cellule staminali accorrono nella zona danneggiata e vanno a rimpiazzare le cellule malate.
Perchè averle dal cordone ombelicale?
Le cellule staminali del cordone ombelicale costituiscono un'eccellente alternativa all'uso di cellule staminali embrionali, eticamente accettabile ed esente da rischi di rigetto in caso di utilizzo trapiantologico autologo.
Il cordone ombelicale, abitualmente, viene gettato dopo la nascita, insieme alla placenta. Esso contiene invece centinaia di migliaia di cellule staminali ematopoietiche e pluripotenti, di alta qualità ed incontaminate da fattori ambientali; tali cellule possono essere raccolte facilmente ed in modo totalmente indolore, sia per la madre che per il bambino, con una tecnica assolutamente non-invasiva, dopo il parto. In questo modo Vostro figlio, in caso di necessità, avrà a disposizione le proprie cellule staminali per il resto della vita.
DAL CORRIERE SALUTE
26 marzo 2009
Donare il sangue placentare ma conservarlo (all’estero) per uso autologo è una costosa illusione
MILANO - No alla conservazione del sangue del cordone ombelicale per uso personale, se non in casi selezionati, e sì a quella destinata alla donazione, contro leucemie, linfomi e altre malattie ematologiche. Così dice il ministero della Salute in un’ordinanza emessa lo scorso 26 febbraio e nelle recentissime linee guida che regolano la materia. Una specie di altruismo forzato? Niente affatto, sottolineano gli estensori del documento, ma la consapevolezza che, ad oggi, non esistono valide ragioni mediche per tenere da parte una riserva privata delle cellule staminali di cui è ricco il sangue del cordone ombelicale. Esistono invece ragioni più che valide per raccoglierlo, conservarlo in una biobanca autorizzata (in Italia sono 18, tutte pubblich ) e inserita in una rete internazionale, così da renderlo disponibile per eventuali riceventi compatibili. Alle neo mamme e papà che volessero conservarlo dopo il parto non resta che spedirlo all’estero, a proprie spese e previa autorizzazione ministeriale.
BANCHE OLTRE CONFINE - Ogni mese sono circa 700 le coppie di futuri genitori che mandano una lettera al ministero della Salute e chiedono l’autorizzazione per portare all’estero il sangue del cordone ombelicale del loro bebé, per mettere al sicuro una riserva preziosa di cellule staminali che - chissà - un giorno potranno servire contro malattie oggi incurabili. Pensano che la scienza galoppa veloce e anche se oggi non ci sono applicazioni immediate domani potrebbero essercene mille. Sana e beneaugurante fiducia nella medicina o mercato della speranza che va a foraggiare i centri super-attrezzati a San Marino, Lugano e negli Stati Uniti? PER SE’ O PER TUTTI - Su questo terreno si scontrano due filosofie opposte. L’una, quella «libertaria», per cui ciascuno deve avere la possibilità di conservare, anche a proprie spese, materiale biologico che in fondo gli appartiene. L’altra, quella «regolatoria», per cui sangue e cellule (e le speranze a loro connesse) sono un bene pubblico, da trattare secondo principi di etica e appropriatezza scientifica. Si rifà decisamente alla prima la Bamco (Banca autologa-allogenica mantovana del cordone ombelicale), una realtà unica in Italia.
«SI’ AL DIRITTO DI CONSERVARE» – Bamco è una onlus che opera che opera all’interno di una struttura pubblica, l’azienda ospedaliera Carlo Poma di Mantova. Dal 2002 ha raccolto 2.200 cordoni ombelicali e ora è in attesa di conoscere la propria sorte, dopo l’ordinanza ministeriale. «Noi restiamo aperti e aspettiamo che la Regione Lombardia ci rinnovi l’autorizzazione, come ha l’autonomia di fare – spiega la presidente, Giovanna Gamba -. Il nostro motto è «donare per se stessi e per gli altri». Le mamme possono depositare il sangue del cordone per uso autologo e autorizzare anche quello allogenico». Quante danno la disponibilità alla donazione? «Nel 2008 sono state il 10 per cento. Sembra poco, ma noi diamo alle mamme la possibilità di conservare qualcosa che appartiene loro, con un contributo di 500 euro a fronte dei 2.000-2.500 chiesti all’estero». Quanti i cordoni utilizzati? «Finora nessuno. Oggi queste staminali servono per la leucemia e altre patologie poco diffuse, d’accordo, ma c’è tutto un futuro legato alla ricerca, e si chiama medicina rigenerativa. Abbiamo conservato un patrimonio, creato una struttura che sta in piedi e che è sostenuta interamente dal cittadino. Ci sono battesimi in cui invece dei regalini inutili si raccolgono soldi per la banca del cordone. Perché buttar via tutto questo?».
«INUTILE E DANNOSO» - «Chi incoraggia il "bancaggio” di routine del sangue placentare per uso autologo, ossia per sé, non solo lavora sulle illusioni del futuro, ma riduce anche le riserve disponibili per l’oggi». E’ inequivocabile Paolo Rebulla, ematologo e responsabile della Milano Cord Blood Bank, dalla quale provengono la metà delle 800 donazioni di mamme italiane che in questi anni sono state trapiantate in Italia e nel mondo . «Si sa che le staminali del sangue cordonale, come quelle del midollo osseo e del sangue periferico, sono utili con trapianto allogenico, ovvero fra donatore e ricevente diversi, contro leucemie, linfomi talassemie, immunodeficienze e alcuni difetti metabolici – prosegue Rebulla -. Le indicazioni all’uso autologo, cioè per se stessi, sono praticamente inesistenti e, nonostante gli annunci talvolta roboanti sulle scoperte in tema di staminali, non esistono ancora applicazioni per altre patologie, come Alzheimer o traumi spinali».
STAMINALI: A CHE COSA SERVONO (E A CHE COSA NO) - Il sangue che irrora la placenta, infatti, è ricco di cellule staminali emopoietiche, in grado di dare origine a tutte le cellule del sangue, globuli rossi, bianchi e piastrine. Sono perciò una risorsa preziosa per rigenerare l’ambiente midollare danneggiato da patologie o da cicli di chemio e radioterapia intense, come quelli necessari a debellare leucemie e linfomi. Non solo: i globuli bianchi del donatore possono colpire le cellule malate residue dopo il bombardamento chemio-radioterapico proprio perché le riconoscono come estranee (è l’effetto graft versus disease, del trapianto contro leucemia). In altre parole, spiega Giuseppe Leone, direttore dell’istituto di Ematologia del policlinico Gemelli di Roma, «se il midollo è un po’ diverso aggredisce meglio le cellule malate. Fra un donatore identico e uno compatibile ma non identico, funziona meglio quest’ultimo». Inoltre le staminali della stessa persona che si è ammalata, ricordano dal ministero, potrebbero contenere dei precursori della malattia e facilitarne il ritorno.
L’ECCEZIONE - Diverso è il discorso per i casi di neonati o loro familiari colpiti da malattie curabili con le cellule staminali, oppure delle famiglie con un rischio ereditario, come quelle colpite da forme gravi di talassemia. Per loro lì ordinanza ministeriale prevede la conservazione del cordone ombelicale a scopo «dedicato», senza alcun costo aggiuntivo.
I NUMERI - «Delle cellule staminali conservate – prosegue Leone – si utilizza il due o tre per cento l’anno, dato che servono per un numero relativamente limitato di malati. Nessun Paese al mondo procede alla conservazione autologa a tappeto per tutti i nuovi nati che, fortunatamente, avranno pochissime probabilità di averne bisogno e, se dovesse accadere, avranno maggiori benefici da un donatore». Attualmente nel mondo ci sono circa 400mila unità di sangue cordonale congelate e pronte all’uso in un centinaio di biobanche (20mila nelle 18 biobanche italiane) e sono già stati effettuati 10mila trapianti (800 con materiale depositato in Italia).
PRO E CONTRO – Rispetto al trapianto con staminali ricavate da altre fonti (midollo osseo o sangue periferico opportunamente trattato), quello da cordone ombelicale ha importanti vantaggi, spiega Paolo Rebulla: «Sono cellule che hanno una particolare docilità immunologica e pongono meno problemi di “malattia del trapianto verso l’ospite”, sono prontamente disponibili e comportano meno rischi di contaminazione biologica». Il tasto dolente, invece, è la quantità: 80-100 millilitri contro volumi dieci volte maggiori che si ottengono dal midollo. «I risultati infatti si ottengono soprattutto sui bambini e sugli adulti non oltre i 50 chili di peso – precisa Rebulla – anche se ora si studiano nuovi modi per amplificare il numero di cellule staminali e si sperimenta l’uso di due donazioni per ciascun trapianto anziché una sola».
ALTA SPECIALIZZAZIONE - Anche per questo è cruciale l’esperienza dei centri dove si effettua la donazione. «E’ un’utopia pensare che tutti gli ospedali possano raccogliere il cordone. Solo il 25 per cento del materiale disponibile alla donazione poi viene tipizzato (cioè classificato secondo le caratteristiche indispensabili per stabilire la compatibilità, ndr) e congelato – ricorda Giuseppe Leone -. Ci vuole personale preparato a svolgere al meglio il prelievo e laboratori attrezzati ad una procedura complessa come la tipizzazione, che peraltro in molte Regioni, compreso il Lazio, non viene rimborsata e pesa sul bilancio dell’ospedale». Urgono dunque fondi, e il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella ha proposto alla Conferenza Stato Regioni uno stanziamento di 15 milioni di euro per la razionalizzazione e l'implementazione della rete di biobanche (comprese le aperture nel weekend). E urge stabilire standard di qualità nazionali, per evitare il caso di biobanche superattive nella raccolta di campioni poi inutilizzabili perché non sottoposti ai test necessari.
CHI PUO’ DONARE E COME - I criteri di idoneità sono analoghi a quelli per i donatori di sangue: niente malattie infettive, come Hiv ed epatite e malattie genetiche, buona salute della madre e del bambino. Spiega Paolo Rebulla: «Invitiamo le mamme a tornare dopo sei mesi per ripetere l’analisi dei marcatori infettivi e per sapere come sta il nuovo arrivato. Il prelievo viene effettuato sul moncone del cordone che lo unisce alla placenta, dopo che il cordone stesso è stato reciso. Cesareo o parto vaginale fa lo stesso, la donazione non interferisce in alcun modo con il percorso nascita né tantomeno con l’assistenza data al neonato».
Donatella Barus
26 marzo 2009(ultima
modifica: 27 marzo 2009)
12 marzo 2009
ROMA - No definitivo alla conservazione del cordone ombelicale «autologo», di uso privato. La politica del governo, già tracciata in due recenti provvedimenti (il decreto Milleproroghe e un’ordinanza specifica uscita a fine febbraio) viene ribadita con un documento scientifico che sarà presentato la prossima settimana. Frutto del lavoro del centro nazionale trapianti e del centro nazionale sangue. Oltre alle definizioni sui termini, si spiegherà perché il ministero del Welfare ha scelto la strada di vietare in Italia il deposito di cellule staminali non destinate alla donazione.
CRITERIO - E’ stato seguito il criterio dell’appropriatezza clinica. In pratica, in accordo con la letteratura internazionale, si ritiene che per la pratica dell’autologa non esista l’evidenza che le cellule funzionino come terapia per malattie oggi a corto di cure. E’ il motivo per cui migliaia di mamme italiane anche quest’anno hanno affidato il loro cordone a banche straniere, o all’unica esistente al di qua delle Alpi (il Bioscience Institute di San Marino), dove questo tipo di attività è invece consentita a pagamento e costituisce in certi casi fonte di speculazione. In un convegno che si è tenuto a Roma, organizzato da Adisco associazione donatrici italiane di sangue cordone ombelicale). Il professor Franco Locatelli, oncoematologo del San Matteo di Pavia, ha parlato a tale proposito di «medicina dei sogni e non medicina dell’evidenza».
POTENZIARE LE BIOBANCHE - Il governo, come ha riferito un portavoce del sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, punta invece sulla donazione e a potenziare la rete di biobanche pubbliche, che sono 18. E’ stato annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro. La rete, seppur definita già in una legge del 2005, in realtà non è mai stata definita perché il decreto che avrebbe dovuto disegnarla e indicarne le caratteristiche è rimasta nel cassetto. Il Milleproroghe invece prevede che entro il 31 dicembre questo avvenga. Le biobanche, si ribadisce nell’ultima ordinanza del 28 febbario 2009, dovranno essere soltanto pubbliche. La conservazione autologa è consentita ed è gratuita, sempre in banche pubbliche, se esistono indicazioni particolari relativa ad esempio all’ereditarietà di una malattia in una stessa famiglia. No alla conservazione generalizzata.
LACUNE - Oggi il sistema delle biobanche nasconde ancora molte lacune. Ci sono diversi problemi da risolvere. E’ ancora in sospeso ad esempio la questione della Banca di Sciacca, una delle maggiori miniere di staminali cordonali, parzialmente ferma in seguito ad un’inchiesta giudiziaria. La sofferenza riguarda soprattutto gli organici. Donare il sangue di cordone non sempre è facile e non sono infrequenti i casi in cui le mamme debbano rinunciare perché magari nell’ora del parto non è possibile effettuare il prelievo. Il circuito di prelievo si basa su 206 centri di raccolta attivi nei punti nascita italiani su un totale di 1200 sale parto. Resta confermata la possibilità di depositare il cordone per uso privato nelle banche straniere. Il ministero non ostacola questa scelta, ma richiede una domanda di autorizzazione che viene rilasciata in poco tempo. Il ricorso all’autologa è in costante aumento, come confermano i responsabili dell’istituto Bioscience di San Marino, uno dei centri che garantiscono standard di qualità.
Margherita
De Bac
12 marzo 2009
DAL SITO http://www.lucacoscioni.it
venerdì 20 giugno 2008
Staminali cordone ombelicale.L'Italia delle proroghe contro diritto alla salute.Etica strattonata per nascondere altri interessi
Intervento della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale-Partito Democratico ( www.donatellaporetti.it)
Sconcertante. E' l'unico termine con cui si puo' riassumere una vicenda che non e' spiegabile altrimenti. Esistono delle cellule staminali nel cordone ombelicale che dal 1992 si trapiantano per curare malattie del sangue molto gravi come leucemia, anemia, talassemia e altre patologie. La loro raccolta deve essere fatta in sala parto, altrimenti finiscono tra i rifiuti biologici. Se alle mamme fosse posta la semplice domanda "preferisce buttarle o donarle?" non avremmo dubbi sulla risposta. Purtroppo cosi' non accade, anzi quelle che chiedono di donare si sentono rispondere che non e' possibile. Neppure il 10% dei punti nascita e' infatti attrezzato a fare la raccolta: qualche minuto di lavoro di un'ostetrica perche' quel sangue venga messo in una sacca, etichettato e inviato ad una biobanca per stoccaggio, tipizzazione e conservazione sotto azoto. E' cosi' che sui 570 mila parti del 2007 sono state fatte 2.500 donazioni, un dato numericamente inesistente.
A fronte dell'impossibilita' alla donazione, la situazione peggiora con una ordinanza rinnovata annualmente dal 2001 ad oggi, vietando la possibilita' di conservare a proprie spese quel cordone e quelle preziose cellule. Ma c'e' una scappatoia. Attraverso una burocratica pratica si possono mandarle all'estero in biobanche private che hanno sede fuori dall'Italia ma che nel nostro Paese operano promuovendo i loro servizi. E' cosi' che oltre 5 mila cordoni sempre nel 2007 hanno avuto dal ministero l'autorizzazione all'espatrio. Il doppio di quelli donati.
E tutti gli altri cordoni? Nella spazzatura della sala parto!
A febbraio 2007 la legge (1) introduce una novita': "per incrementare la disponibilita' delle staminali cordonali ai fini di trapianto e' autorizzata la raccolta autologa, la conservazione e lo stoccaggio del cordone ombelicale da parte di strutture pubbliche e private autorizzate dalle regioni o dalle provincia autonome, sentiti il CNT e il CNS. La raccolta avviene senza oneri per il SSN e previo consenso alla donazione per uso allogenico in caso di necessita' per paziente compatibile".
Maggioranza, opposizione e Governo sono favorevoli, entro il 30 giugno deve essere semplicemente fatto il decreto ministeriale. Centro Nazionale del Sangue e Centro Nazionale Trapianti lavorano alla stesura del testo tecnico, ci sono le elezioni, cambia il ministro e si decide di rimandare di un anno e di non dare seguito alla legge.
Perche'? Nel comunicato del ministero si dice che c'e' bisogno di tempo per fare il decreto per la creazione della rete di banche pubbliche e private. Peccato che la rete esista gia' da tempo, la istituiva la legge 219 sul sangue del 2005, ma anche in questo caso il decreto che doveva essere emanato a luglio 2006 non aveva mai visto la luce.
Il giorno stesso della decisione tutta politica di rimandare, prorogare, decidere di non decidere, la spiegazione la si legge su Avvenire (il quotidiano della Cei) dove Daniela Verlicchi scrive come la conservazione autologa del cordone ombelicale e' "un colpo mortale alla cultura della donazione", e quindi l'appello al sottosegretario al Welfare sui temi etici Eugenia Roccella: "se qualcosa si puo' fare contro lo sfruttamento economico delle cellule del cordone lo si deve fare nei prossimi dieci giorni". Cioe' non emanare il decreto previsto da una legge votata all'unanimita' dal Parlamento.
Complimenti. La cultura della donazione esiste, cio' che manca in Italia e' la possibilita' pratica per le mamme di donare il cordone, ma su questo nessun appello alle ostetriche, ai ginecologi, ai direttori ospedalieri, nessuno scandalo se le cliniche come il San Raffaele si convenzionano con le biobanche svizzere.
Il colpo mortale alla donazione sarebbe invece inferto da chi e' disponibile a pagare e a mettere a disposizione quel cordone anche per futuri trapianti autologhi piuttosto che buttarlo nella spazzatura? Della serie quando l'etica viene strattonata per nascondere ben altri interessi!
DAL SITO http://www.molecularlab.it
http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=5119
Presto in Italia il Sì alla conservazione del cordone ombelicale per uso autologo
IL CORDONE SARÀ CONSERVATO IN CENTRI PUBBLICI E FORSE SARÀ RICHIESTO UN CONTRIBUTO IN BASE AL REDDITO
Tra poco scadrà l'ordinanza ministeriale che vienta in Italia la
conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale per uso autologo.
Fino ad ora la conservazione del cordone per uso terapeutico era consentito solo
per le famiglie che registrano casi di malattie curabili sclusivamente con
queste cellule. Questo divieto solo nel 2006 ha costretto 1.500 persone a
ricorrere a centri stranieri, previa autorizzazione del Centro Nazionale
Trapianti, con conseguente grande dispendio di denaro e tempo.
Il sangue del cordone ombelicale è importante perchè è ricco si cellule
staminali che permettono di salvare la vita a pazienti affetti da gravi
malattie. Possono essere trapiantate in pazienti colpiti da leucemia, talassemia,
anemia e altre malattie rare. Le staminali, una volta trapiantate, sono in grado
di rigenerare alcuni elementi fondamentali del sangue come i globuli rossi,
globuli bianchi e piastrine. Ad oggi, in Italia sono
ammesse solo banche pubbliche, che conservano il 10% dei cordoni ombelicali e
gli altri vengono buttati via.
Diversa la situazione in Europa (tranne
in Francia dove manca una legge in tal senso) dove è possibile rivolgersi sia in
centri pubblici che in quelli privati, autorizzati e accreditati. In Spagna,
invece, vi è un sistema misto: i cordoni che sono conservati nelle banche
private possono essere donati in caso di necessità.
Il 9 maggio il Ministro della Salute deciderà
se continuare con questa linea, ma sembra che sia quasi pronta un'ordinanza che
permette la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale per uso
terapeutico. Sembra che tra le novità che apporterà la nuova ordinanza ci sia la
possibilità (ancora allo studio) di richiedere alle famiglie un contributo (in
base al reddito) per la conservazione del cordone in banche pubbliche.
DAL SITO staminali.aduc.it
http://staminali.aduc.it/php_comushow_5150_5_t_l.html