DOSSIER

"LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA"

LA LEGA NORD DI BOSSI - STORIA E MITO

2003 - La Lega Nord di Bossi – Storia e Mito  - Di Edward Coleman (University College Dublin)Tradotto da: Three Monkeys Online
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Fino a che punto la Lega associa se stessa alla Lega Lombarda medievale?

In due modi. Per prima cosa molto del simbolismo della Lega moderna è tratto, consciamente, dalla Lega medievale, a cominciare dal nome. La Lega Nord è infatti un’organizzazione composita, costituita da un certo numero di gruppi che hanno in comune delle finalità legate alla decentralizzazione del governo e al federalismo. Il gruppo più consistente è quello costituito dalla Lega Lombarda, che fu fondata da Umberto Bossi nel 1984. La Lega Lombarda di Bossi adottò come simbolo di partito l’immagine di un cavaliere medievale che brandisce una spada. Questo logo si basa su una statua eretta nel 1876 a Legnano per commemorare la famosa vittoria della Lega Lombarda medievale sull’esercito dell’imperatore germanico Federico I Barbarossa (1152-90), svoltasi lì nel 1176. La statua rappresenta Alberto da Giussano, una figura mitica associata alla Lega sin dal tardo Medioevo. Sulle bandiere e le spilline della moderna Lega, l’immagine di Alberto da Giussano è sovrapposta ad una croce di San Giorgio (una croce rossa su sfondo bianco). La croce di San Giorgio fu adottata come bandiera di Milano e di altre città lombarde in tempi medievali. Appare ad esempio in illustrazioni relative al carroccio o carro da guerra milanese. La stampa italiana rinominò la Lega di Bossi ‘il carroccio’ proprio a causa di questa associazione di idee, e il soprannome perdura. Un’ulteriore connessione è quella di tenere comizi in luoghi significativi per la Lega medievale, un esempio per tutti Pontida, nei pressi di Bergamo, secondo la tradizione sito di una importante cerimonia di giuramento nel 1167. ...

Come mai, da medievalista, lei è attratto dall’idea di scrivere sulla Lega moderna?

Il mio interesse principale è ovviamente la Lega Lombarda medievale. D’altra parte, l’avvento sulla scena di Bossi e la creazione della Lega moderna ha naturalmente acceso il mio interesse: non accade spesso dopotutto che un medievalista possa rivendicare che il suo campo di studi abbia una diretta connessione con la politica e la società contemporanee! Ho quindi cominciato ad esaminare i legami fra la Lega medievale e le leghe moderne, dal punto di vista di un medievalista. Ed ho scoperto che, sorpresa sorpresa, la Lega moderna ha utilizzato i simboli più facilmente accessibili, e più potenti, della Lega medievale – il carroccio, Alberto da Giussano, Pontida, e Legnano – ma che questa appropriazione era relativamente superficiale e acritica, dal punto di vista di uno studioso di storia. Era infatti in larga parte basata su di una nozione romanticizzata della Lega, che non risale a prima del XIX secolo. La ‘vera’ storia della Lega Lombarda, come riportato nelle fonti del XII secolo, comprende numerosi elementi che poco si addicono alla sua evocazione da parte della Lega moderna come ‘modello’ storico, e implicitamente come giustificazione per il suo programma politico.

Cosa raccontano le fonti contemporanee a proposito della Lega medievale?

Esistono abbondanti fonti contemporanee per la Lega medievale. ...

Queste fonti ci mostrano come la Lega fosse una federazione non costrittiva. Aveva fondi finanziari e un esercito in comune; ogni città eleggeva i propri rappresentanti, che si consultavano fra di loro con frequenza regolare. Dagli iniziali 5 membri fondatori nel 1167 – Milano, Cremona, Bergamo, Brescia e Mantova – nel 1183 i Comuni aderenti erano 17. Ma si manteneva comunque una alleanza mobile e fluida. C’erano città che entravano e uscivano continuamente, o altre che non si allearono mai. Similmente, sarebbe una grossolana semplificazione classificarla semplicemente come ‘anti-imperiale’. In effetti, i termini e le condizioni della maggior parte dei patti fra le varie città e la Lega prevedono un aiuto contro nemici comuni, che, quando resi espliciti, non sono l’imperatore, ma altri Comuni. Il conflitto del 1158-76 riguardava quindi tanto le politiche locali e la guerra in Norditalia, quanto i tentativi di Federico di imporvi un regime imperiale. La pace di Costanza fu sicuramente una grande vittoria per la Lega, ma anche i suoi termini dimostrano chiaramente che i Comuni non portavano avanti una campagna per fondare uno stato lombardo separato. Al contrario, essi cercavano, e in definitiva ottennero attraverso il Trattato di Costanza, il riconoscimento di quelle che loro chiamavano le ‘regalie’, termine con cui intendevano costumi e privilegi locali, all’interno della pre-esistente struttura costituzionale del regno italico, dominato dagli imperatori germanici.

Quanto plausibili sono quindi i legami fra la Lega Nord e la Lega Lombarda?

I recenti tentativi da parte della Lega stessa di minimizzare tali legami, e la ricerca di altri punti di riferimento possono essere considerati come un’ammissione della loro mancanza di plausibilità. Per primo cosa, come si diceva, la Lega Lombarda originale, a differenza dell’odierna Lega, non cercava di raggiungere l’indipendenza del Norditalia. C’è un vasto accordo fra i medievalisti sul fatto che le preoccupazioni degli Stati membri erano principalmente per i diritti e i privilegi locali. Ciò significa che essi avevano una concezione minima se non inesistente dell’idea di una ‘nazione’ lombarda in senso politico, pur se ‘lombardo’ veniva usato come un’etichetta culturale per indicare gli abitanti del Norditalia, sia nella penisola italiana, che nell’Europa del Nord. Forgiatasi sotto la pressione della guerra, la Lega non resistette unita in tempi di pace: si disintegrò infatti poco dopo l’accordo con Federico Barbarossa a Costanza nel 1183. Le città tornarono a combattersi fra di loro, che era una situazione molto più normale durante tutto il Medioevo.

Inoltre, non c’è alcun dubbio che il peggior nemico della moderna Lega sia Roma, la capitale dello Stato italiano e sede del governo. Questo fatto è pure abbastanza inconveniente ai fini del parallelo storico, poiché Roma, sotto forma del Papato, era l’alleato più fedele della Lega medievale. Il legame fra i due era così forte che quando la Lega fondò una roccaforte strategica per controllare il passaggio attraverso gli Appennini, fra Genova e Milano, la battezzò Alessandria, in onore del nemico implacabile di Federico Barbarossa, il Papa Alessandro III (1159-81).

Possiamo quindi affermare che la posizione della Lega moderna in relazione alla natura della Lega medievale contiene dei fraintendimenti, ed è seriamente discordante con le interpretazioni dei moderni storici professionisti.

Come è stata utilizzata da storici/politici, nella storia italiana, la Lega Lombarda?

La Lega moderna non è l’unica a cercare di utilizzare i successi della Lega medievale a sostegno della sua causa: lo stesso identico processo si verificò durante le prime fasi del Risorgimento. I patrioti italiani che tentarono di ribellarsi al potere austriaco nei decenni 1830 e 1840, consideravano le battaglie della Lega Lombarda durante il Medioevo un primo sforzo per liberare l’Italia dal dominio straniero. Durante quegli anni, storici, drammaturghi, poeti ed artisti evocarono un immaginario medievale a supporto della causa di autodeterminazione nazionale. Secondo uno studio recente, si contano non meno di 30 quadri di rilievo risalenti a questo periodo che riproducono aspetti relativi alla Lega Lombarda, compresi sei Giuramenti di Pontida e dieci Battaglie di Legnano. Molti patrioti italiani videro se stessi come gli equivalenti moderni della Compagnia della Morte, e le Cinque giornate di Milano (18-22 Marzo 1848) come la replica della Battaglia di Legnano. L’opera lirica di Verdi, La Battaglia di Legnano, che andò in scena per la prima volta nel 1849, poco dopo la rivolta del Norditalia contro gli Austriaci, fu tacciata di rappresentare un velato messaggio politico, sia dal pubblico italiano, che la ricevette con entusiasmo, che dalle autorità austriache che la bandirono. Tutto ciò è carico d’ironia quando uno considera che il programma di Bossi e dei suoi seguaci è diametralmente opposto a quello di Mazzini, Cavour e gli altri artefici del Risorgimento: i primi si ripromettono di distruggere l’unità d’Italia che gli altri realizzarono. Nonostante questo, i due gruppi prendono le stesse pietre di paragone ed utilizzano la stessa serie di immagini: Pontida, Alberto da Giussano, Legnano ed il Carroccio.

L’immagine dei Leghisti come eredi anti-establishment del mantello della Lega Lombarda è sicuramente troppo offuscata per funzionare al giorno d’oggi, a parte l’accuratezza storica, in quanto membri del governo di Berlusconi. Come intendono procedere d’ora in avanti?

Questo è un quesito più per un politologo che per uno storico medievalista. Certamente la Lega ha dimostrato di voler lavorare col ‘nemico’ – il governo di Roma – in due occasioni. Sebbene la prima collaborazione finì in maniera astiosa nel 1995, la seconda (dal 2001) è stata più armoniosa, forse in quanto la posizione della Lega è relativamente più debole. Lo slogan del partito è che sta lavorando dentro il sistema per realizzare i suoi obbiettivi e ciò è riflesso nella carica di governo correntemente ricoperta da Umberto Bossi (Ministro per le Riforme). Comunque, ci sono presupposti per credere che la Lega si sia gradualmente riallineata. Si è spostata dalle posizioni estreme adottate all’apice del suo successo elettorale con la dichiarazione di una Padania indipendente nel 1996, verso posizioni più moderate, che auspicano devolution e federalismo all’interno dello Stato italiano, e ‘una Europa delle regioni, a livello dell’Unione Europea.

La Lega è stata spesso accusata di xenofobia – ci sono analogie storiche con la Lega Lombarda a questo proposito?

Il nostro concetto moderno di xenofobia e razzismo non si applica in realtà al mondo medievale, così differente. Tuttavia, si potrebbe argomentare che l’identificazione della Lega moderna con la Lega Lombarda medievale possa averla aiutata ad apparire meno intollerante e più convenzionale. Le ragioni sono complesse. Ma è certamente rilevante il fatto che la storia della Lega medievale è ben nota agli Italiani, dai loro libri di testo. È anche importante ricordare che sin dal XIX secolo porzioni di questa storia sono state drammatizzate, romanzate e per larga parte trasformate in un mito, in arte e letteratura, come si diceva sopra. Di conseguenza, nell’immaginazione popolare si è collocata un’immagine assolutamente positiva della Lega medievale. In questo paradigma, la Lega medievale riveste un’importanza legittima, la sua lotta contro l’impero aveva una giustificazione, e difendendo i suoi principi si è imposta contro un nemico in apparenza più forte. Per un verso, si può affermare che il tentativo della Lega moderna di associare la propria immagine alla Lega medievale si spiega semplicemente come la ricerca da parte di un partito emergente di un certo grado di rispettabilità e legittimazione storica. Più cinicamente, si potrebbe sostenere che l’immaginario romantico della connessione medievale aiutò pure a dirottare l’attenzione dalla rozzezza di Bossi e dalle tendenze xenofobiche e razziste che molti commentatori hanno identificato in alcuni principi del partito. In qualunque modo, rappresenta un esempio molto interessante di come la storia della Lega Lombarda, se pur così lontana da noi in termini di tempo, continua a trovare una sua collocazione nel dibattito politico dell’Italia di oggi.

Il saggio di Edward Coleman ‘The Lombard League. History and Myth’ è pubblicato in European Encounters. Essays in memory of Albert Lovett, a cura di H.B. Clarke e Judith Devlin (Dublino, UCD Press, 2003).