BERLUSCONI, UNA PALLA AL PIEDE PER L'ITALIA

di Alberto Capilupi

L'Italia può permettersi di essere ancora guidata da un uomo così?

Sostiene di aver aiutato persone in difficoltà ...

° (AGI) - Bari, 15 set. - Gianpaolo Tarantini avrebbe contattato "in modo non equivoco" l'attrice Manuela Arcuri per indurla a "prostituirsi in favore di Silvio Berlusconi, promettendole che lo stesso l'avrebbe favorita per la conduzione del festival di Sanremo". E' quanto emerge dagli atti della procura di Bari sul caso Tarantini. L'attrice rifiuto' l'offerta mentre l'imprenditore avrebbe reclutato Tery e Nicolo', Carolina De Freitas Barbosa, Daniela Lungoci ed un'altra ragazza non identificata per farle prostituire la prima a Palazzo Grazioli e le altre tre a Villa San Martino, pagandole e rimborsando le spese di viaggio.

° (da Il Messaggero.it, 15 settembre 2011)

ROMA - Giovane età e corporatura esile: sono le «specifiche caratteristiche fisiche» con le quali Gianpi Tarantini selezionava le donne che avrebbe portato agli incontri che organizzava nelle residenze private di Silvio Berlusconi. Oltre alle caratteristiche fisiche, Tarantini badava anche ad altri aspetti: impartiva alle donne «disposizioni sull'abbigliamento da indossare e sul comportamento da assumere»; sosteneva le spese di viaggio e di soggiorno, «mettendo loro a disposizione il mezzo per raggiungere il luogo dell'incontro».

 

° da La Stampa.it (15 settembre 2011)

Caso Tarantini, ecco il memoriale di Berlusconi ai giudici di Napoli

«Segnalai l'avvocato a Tarantini, temevo suoi atti autolesionistici. Ho aiutato persone in difficoltà»

NAPOLI
«Ho conosciuto il signor Tarantini e sua moglie alcuni anni orsono. Mi è stato presentato come imprenditore di successo e da più parti ho avuto di lui positive indicazioni. Conosco Lavitola da parecchi anni e in particolare per la sua attività di giornalista e di direttore di giornale». Comincia così il memoriale che Silvio Berlusconi, con la data del 12 settembre scorso, consegnato alla procura di Napoli che indaga sul presunto ricatto al premier e depositato agli atti del Tribunale del Riesame.

«Dopo il suo arresto - aggiunge Berlusconi - Tarantini e la moglie mi scrissero accorate lettere inviatemi presso la segreteria di Roma. Tarantini protestava la propria estraneità alle accuse che gli venivano mosse, si scusava per il disagio che mi aveva procurato, si lamentava per il trattamento mediatico e giudiziario che gli veniva riservato. Sia lui sia la moglie mi fecero sapere che erano in gravissime difficoltà ecomomiche».

«Conversando casualmente con Lavitola - prosegue il memoriale del premier - questi disse di conoscere Tarantini. Mi risulta che in quel periodo, che collocherei nell’estate 2010, sia nato un buon rapporto di amicizia fra loro. Nello stesso periodo Tarantini mi scrisse che non era soddisfatto dell’operato del suo difensore avvocato D’Ascola. Gli segnalai mi pare attraverso Lavitola alcuni nomi tra cui quello dell’avv. Perroni che a seguito di una mia telefonata si dichiarò disponibile a difenderlo».

"Si temevano atti di autolesionismo"
«Tarantini e la moglie mi fecero pervenire più volte lettere in cui presentavano la gravità della loro situazione economica, chiedendomi anche aiuto per finanziare la loro azienda e per evitare il fallimento. Lo stesso Lavitola mi segnalò una situazione di disperazione di una famiglia che era passata dalla vita agiata a grandi ristrettezze, che avevano coinvolto anche il fratello, con la sua famiglia, la madre e altri familiari». «Mi si rappresentò quindi una situazione personale e familiare difficilissima, con anche il rischio che Tarantini mettesse in atto episodi di autolesionismo. La situazione era altresì aggravata dalla presenza di due figlie ancora piccole. Insistettero anche tramite Lavitola per un aiuto economico».

"Lavitola chiese soldi in contanti"
Fu il direttore dell’Avanti Valter Lavitola a chiedere a Berlusconi di dargli in contanti i soldi destinati all’imprenditore Gianpaolo Tarantini. Lo spiega lo stesso premier nel suo memoriale inviato ai pm di Napoli che indagano sul presunto ricatto ai suoi danni. «Feci avere a Tarantini e alla moglie - racconta il presidente del Consiglio - del denaro o consegnandolo direttamente a Lavitola o facendoglielo consegnare, in alcune rare occasione, dalla mia segreteria. Si trattava di somme che variavano tra i 5000 e i 10000 euro, 5000 per Tarantini e 5000 per la moglie. Non sono in grado di ricordare con quale frequenza ciò sia avvenuto. Si tenga presente che tali dazioni sono sempre avvenute in Roma presso la mia abitazione così come gli incontri con Lavitola che soltanto una volta, mi sembra, si sia recato in Arcore. A Roma ho una cassaforte dove tengo sempre disponibile una somma in contanti per le mie spese personali e per le necessità di casa, che alimento io stesso portando del denaro da Arcore».

«Tali somme - aggiunge Berlusconi - sono tratte dai miei conti correnti personali, prelevate dai miei ragionieri e sono documentabili in ogni momento. Dalle consegne a Lavitola per le
necessità di Tarantini e della sua famiglia nessun altro ne era a conoscenza, se non in alcune occasioni la mia segreteria. Verso la primavera di quest’anno Lavitola in un incontro a Roma
mi disse che Tarantini avrebbe voluto tornare a fare l’imprenditore avviando una nuova attività e che aveva necessità di un finanziamento iniziale. In quel periodo ebbi modo di incontrare Tarantini con sua moglie alla presenza di Lavitola. Tale incontro avvenne, dopo innumerevoli richieste da parte loro, mi pare a Arcore. In quella occasione Lavitola e Tarantini mi ribadirono quanto anticipatomi da Lavitola stesso. Successivamente Lavitola in due incontri avvenuti a Palazzo Grazioli in Roma ebbe ad insistere su tale necessità di Tarantini. Ritenni di accedere a tale richiesta e dissi a Lavitola che ero disponibile a erogare ciò che mi era stato chiesto. Lavitola mi disse che avrebbe depositato lui direttamente i fondi presso una banca in Sudamerica dove erano già depositati i suoi fondi personali e che avrebbe preferito ricevere la somma da me in contanti. Gli ho consegnato tale somma in molteplici tranches dalla primavera di quest’anno fino a prima dell’inizio dell’estate, personalmente, sempre in Roma. Non sono in grado di ricordare il numero delle tranches. Ho tratto le somme dai miei conti correnti. Le somme mi sono state
fornite dai miei ragionieri».

"I miei legali perplessi per il denaro a Tarantini"
È dedicato ai fatti successivi alla consegna del denaro l’ultima parte del memoriale di Silvio
Berlusconi consegnato ai pm di Napoli. «Non ricordo esattamente il periodo - scrive Berlusconi - ma lo collocherei tra il giugno e il luglio di quest’anno. Mi incontrai ad Arcore con l’avv. Ghedini e con l’avv. Perroni per discutere questioni relative ai procedimento in corso a Milano. Nel corso della conversazione comunicai all’avv. Perroni, che era anche difensore di Tarantini e che mi aveva riferito del fallimento della società dello stesso, che avevo messo a disposizione del suo assistito una somma di denaro perchè potesse avviare una nuova attività imprenditoriale. L’avv. Perroni manifestò stupore per la notizia dicendo di non saperne assolutamente nulla e prospettando a suo dire la inopportunità di tale decisione. Anche l’avv. Ghedini si stupì e manifestò la propria perplessità: io ribadii che si trattava di una somma per me contenuta che destinavo volentieri a una persona in difficoltà che manifestava l’intenzione di volersi riscattare con un nuovo impegno imprenditoriale. L’avv. Ghedini suggerì all’avv. Perroni di verificare se la somma era poi stata resa effettivamente disponibile per Tarantini poichè dove così non fosse stato sarebbe stato a suo parere preferibile annullare l’operazione».

 

Ma qualcuno ha detto (non ricordo chi): "Nessuno è capace di  ingannare tutti e per sempre"