POPOLO DI POETI, SANTI E NAVIGATORI, ... MA NON DI PUTTANIERI

di Alberto Capilupi

All'EUR di Roma, su tutte e quattro le facciate dell'attico del Palazzo della Civiltà Italiana (noto anche come Palazzo della Civiltà del Lavoro o semplicemente Colosseo Quadrato), appare un'iscrizione a grandi lettere: « UN POPOLO DI POETI, DI ARTISTI, DI EROI, DI SANTI, DI PENSATORI, DI SCIENZIATI, DI NAVIGATORI, DI TRASMIGRATORI ». Più semplicemente si parla di "Popolo di poeti, santi e navigatori": un'autodefinizione che in genere piace a noi italiani, con l'esclusione di chi, non sentendosi tale, preferisce identificarsi nelle capacità di irrigidimento del proprio alter-ego (mi riferisco all'orgoglio celoduristico dei padani in buona salute). Ma non c'è scritto, all'EUR, che siamo un "popolo di puttanieri". Non ci siamo mai vantati di esserlo. Anzi, se ogni tanto un italiano va a puttane, poi non lo dice, perchè tutto sommato si vergogna. Anche perchè avrebbe poco da vantarsi nel pagare una donna in cambio dei suoi favori. Gli italiani, al contrario, hanno sempre ritenuto di essere o sognato di rappresentarsi come grandi conquistatori di cuori, illudendosi di essere anche apprezzatissimi amatori. Il mito, nell'arte maschile della seduzione (imparagonabile a quella femminile, molto più raffinata e complessa), rimane anche oggi il personaggio di Don Giovanni, reso celebre dal capolavoro di Mozart. Un mito messo peraltro in discussione da chi ritiene che la donna meriti ben altro rispetto e non possa essere ridotta semplicemente ad una possibile preda. In ogni caso, tuttavia, i cultori della seduzione maschile possono ambire al riconoscimento di rientrare legittimamente nel proclama dell'EUR, se non altro perchè utilizzano una forma d'arte, facendo persino ricorso, in certi casi sporadici, alla poesia. Il seduttore, tutto sommato, deve infatti possedere fascino e deve mettere a disposizione tempo, volontà e un minimo di intelligenza per poter ambire al successo. Chi invece preferisce andare a puttane deve essere semplicemente disposto a spendere una manciata di soldi. Ma chi esercita il potere ed è abituato a comperare tutto, ritiene che sia preferibile utilizzare il proprio fascino per conquistare clienti o voti, con un investimento molto più redditizio in termini di tempo, di energie psichiche e di risultati pratici. Sul piano economico e statistico sarebbe indubbiamente molto più razionale fare così. Ma anche molto squallido. Ci si può continuare ad identificare in chi la pensa e si comporta così? Staremo a vedere.