IN BREVE (2)
di
Alberto Mazzocchi
Alla
vigilia delle ultime elezioni amministrative il Santo Padre espresse
pubblicamente la sua viva preoccupazione per lo stato di degrado in cui
versavano le periferie della Capitale.
Alemanno
conquistò il Campidoglio.
I
camerati (di Alemanno) salutarono l’evento epocale con il braccio teso, uno
stuolo di strani personaggi, dal picchiatore nero alla cubista bonazza, furono
chiamati ad ingrossare le fila delle aziende municipalizzate. Gentiluomini
pontifici furono incriminati, lo IOR continuò sino a pochi giorni or sono a
lavorare sottobanco come ai tempi dell’indimenticato Marcinkus, le periferie
sono rimaste come erano, il livello della putredine morale ha continuato a
salire ma il Santo Padre non ha più parlato di degrado.
Evidentemente
il ponentino impedisce che il lezzo che si leva dall’Urbe e dall’Italia
tutta giunga alle nari di Sua Santità.
La
nostra Costituzione stabilisce che una persona sia da considerare innocente sino
alla emissione della sentenza definitiva di colpevolezza.
E’
questo un principio indiscutibile che purtroppo talvolta viene dimenticato presi
come siamo dalla polemica feroce che ammorba l’aria del nostro Paese.
Altrettanto
dimenticata è però la presunzione di probità e correttezza che dovrebbe
valere, sino a dimostrazione del contrario, nei confronti dei magistrati.
Lo
strano è che i più accaniti sostenitori della presunzione di innocenza molto
spesso sono i più accesi negatori della presunzione di probità.
A
Roma, in Parlamento, siedono i rappresentanti di un partito che reclama la
libertà per un paese di cui non si conoscono con precisione i confini, la
lingua, i popoli che lo abitano. Questi parlamentari che si salutano con uno
squillante “Buona Padania” ( che significa?) sostengono di lottare per la
libertà degli abitanti della Padania i quali, quindi, sono degli oppressi.
Tre
eletti dai padani schiavizzati fanno parte del governo del paese oppressore: già
questo è un fatto anomalo ma non basta. Ad uno dei tre è stato assegnato
addirittura il Ministero dell’Interno così che può dettare la linea politica
a cui si devono ispirare le forze di polizia ed i prefetti, il secondo organizza
roghi giganteschi su cui bruciano le leggi inutili (e anche alcune di quelle
utili) mentre il terzo si occupa di indicare un uso improprio della bandiera
nazionale mentre officia riti
idraulici in quel di Venezia quando non ha il dito medio impegnato a posare per
il famoso Maurizio Cattelan.
Strano
paese l’Italia!!
Come
è buono il nostro Presidente del Consiglio!!
In
questi giorni veniamo a sapere che il grande Silvio distribuisce con munifica
liberalità decine di migliaia di Euro a povere fanciulle a cui la sorte ha
riservato un aspetto avvenente ma una vita quanto mai perigliosa.
Fra
le belle ma sfortunate ce ne sono alcune cacciate da casa, altre in cerca di
lavoro per sfamarsi, altre ancora violentate in tenera età ed ora alla caccia
di denaro per fare shopping consolatorio.
Bravo
Presidente!!
Bella
lezione per chi pensa che Lei sia esclusivamente impegnato a comperare ville con
250 camere da letto almeno o a ungere qualche ingranaggio politico un poco
arrugginito: Lei dimostra fattivamente, come si conviene ad un uomo del fare,
che la ricchezza deve servire per
alleviare le pene del prossimo sfortunato.
Un
solo dettaglio di questo edificante e commendevole comportamento mi sfugge e cioè
come mai la munifica liberalità di Silvio è rivolta, stando a quanto si vede e
si sente, esclusivamente a femmine giovani, avvenenti e con tante curve da fare
impallidire la strada dello Stelvio?