CALICE AMARO
4 settembre 2011 - Mario Sella
Fino a che punto dovremo bere il calice amaro di un premier che sta screditando il suo paese con parole che la pubblica decenza impone di non pronunciare?
Fino a che punto il primo “Parlamento di nominati” continuerà a confermare la fiducia a un premier che è evitato come la peste dai suoi colleghi europei?
Fino a che punto…, continuare servirebbe solo a rimestare un fondo oltre il quale non possiamo andare perché è stata toccata qualsiasi bassezza. Siamo stati lordati da brutture repellenti per qualsiasi stomaco, anche il più sano, e non per un sentimento di moralismo che considero comunque rispettabile, ma per la decenza che un vecchio di settantacinque anni dovrebbe avere per quelle che potrebbero essere, non figlie ma nipoti. Mi rendo conto che è difficile non apparire un moralista quando si affrontano certi argomenti. Voglio solo ricordare quale marchio doloroso può portare sulla sua pelle per tutta la vita, una giovane ragazza vittima d’un “orco”.
Un marchio non meno gravoso sta sopportando questo paese per l’insipienza di un Governo che sembra portare neppure l’insegna del dilettantismo (molti dilettanti sono stupendi personaggi), ma quella del nichilismo assoluto verso cui ci sta portando. Quando si dice che un’immagine vale mille parole: quella del Ministro Calderoli in pantaloncini e camiciola che esce da una riunione nella villa di Arcore con il suo Presidente del Consiglio e un numero imprecisato di suoi colleghi Ministri, credo valga molto di più e possa porre fine a una commedia che è andata oltre le comiche finali.
Se qualcuno pensa che in un paese appena normale, l’apparenza non conti nulla, sarà bene che riveda tutti i suoi canoni di valori perché ha sbagliato sicuramente continente. Lo dico per gli amici di Calderoli che si solleveranno in massa a difesa di un simile comportamento.
Parlare in questo modo del governo del proprio paese e dei suoi ministri, credetemi, non è piacevole. Il prossimo governo che verrà, dovrà lavorare molto duro per recuperare un minimo di attendibilità, ma che governo sarà?
Questa è una domanda che dovrebbe preoccupare molto tutti i democratici di questo paese.
La crisi che stiamo attraversando è mondiale ed è assolutamente nuova. Non sembra che le leggi del capitalismo e del mercato, al quale siamo comunque soggetti, riescano a trovare il bandolo della matassa per dipanare una situazione che si sta, viceversa, aggrovigliando sempre più. Per la prima volta, dopo moltissimi anni, negli USA, patria del capitalismo, nel mese di agosto non sono stati creati nuovi posti di lavoro. Non è una notizia secondaria e dovrebbe dirci che la soluzione non potrà essere tecnica ma politica. Ora il discorso si farebbe lungo e manca lo spazio. Quello che non dobbiamo dimenticare è che, le grandi crisi, non hanno mai portato soluzioni democratiche condivise ma scelte di parte, difesa strenua e accanita di posizione di privilegio che hanno trascinato i paesi in feroci dittature. Questo rischio non è per niente evitato, anche se facciamo parte di una comunità che dovrebbe fare da freno. Il fiorire di partiti estremisti in molti paesi europei, a cominciare dalla Finlandia per finire sulle rive del Mediterraneo, non depone a favore di una definitiva maturazione democratica di questo continente. Quello che dobbiamo evitare è che, le gocce d’olio (di ricino), nel mare magnum europeo finiscano per attrarsi e infiammare definitivamente la nostra società.
Mario Sella V. Carso 2 Mantova T. 3334286408