IL CASO RUBY
di Mario Sella
Ci sono argomenti che, anche solo accennarvi, ci si sporca.
La Chiesa è abituata a trattare tutti i mali del mondo, ascoltando ed assolvendo chi si rivolge a Lei con sincero pentimento e desiderio di riscatto. Ma un uomo o una donna che abbia vissuto nella semplicità di una vita rispettosa delle regole civili, difficilmente riesce a comprendere e giustificare comportamenti che offendono, prima di tutto, la sua intelligenza.
L’indignazione che si è levata nella stragrande maggioranza della gente di questo paese e che ha costretto, prima il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, seguito dalle più alte Autorità della Chiesa di Roma, a prendere atto del “grande turbamento” del popolo italiano, non sembra scuotere più di tanto il “principale protagonista” di tutta questa vicenda.
Assieme ai suoi più devoti sostenitori e sodali, ha scatenato una campagna di negazione e travisamento di tutto quanto è accaduto, da ingenerare nelle persone meno attente, il dubbio che, ciò che aveva visto e sentito, non fosse vero.
Come una bugia, una falsità, detta e ripetuta innumerevoli volte finisce per trasformarsi, nella mente meno attenta, in verità, così il nostro Primo Ministro continua a scansarsi da tutte le accuse che lo investono nella speranza che, il tempo, le trasformi.
Non può presentarsi di fronte ai suoi accusatori ed ai suoi Giudici naturali perché non potrebbe ripetere all’infinito, “la sua verità”, e sarebbe costretto a rispondere alla precise contestazioni che Gli vengono mosse. Lo si è visto in un processo precedente nel quale si era presentato, convinto di trovarsi di fronte ai suoi abituali ascoltatori, deferenti e pendenti dalle sue labbra, dibattersi e smaniare nell’incredulità che ciò che affermava non venisse creduto. Detergendosi il sudore che faceva colare dalla fronte il copioso cerone che la copriva, ha, alla fine, abbandonato l’aula del tribunale adducendo più alti e pressanti impegni di governo.
Credo che in cuor suo abbia giurato di non ripetere mai più una esperienza del genere.
Chi oggi lo invita a presentarsi di fronte ai Giudici, non conosce l’uomo.
Silvio Berlusconi, non si farà mai giudicare da nessun Tribunale di questa terra, lui presente.
Ha già accennato, seppur negando, della fuga e dell’abbandono, ma questo solo accenno dimostra che qualche cosa nella sua mente, che Veronica giudica malata, si è incrinato.
Questo Paese non merita e non può più tollerare la vergogna, vere o false che siano le accuse, di un suo primo rappresentante che vuole ergersi al di sopra delle leggi e delle norme che regolano il suo vivere civile. Non è possibile fare processi mediatici, ma di fronte all’impossibilità di fare quelli veri, mantenere accesa la lanterna che illumina questa notte buia è forse una necessità.
Mario Sella V. Carso 2 Mantova t. 3334286408 26.01.2011