DEMOCRATICI E PROGRESSISTI SI RIPRENDONO LA SCENA POLITICA ITALIANA
Mai come in questo momento è il caso di ricordare lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa ed il suo romanzo risorgimentale “il Gattopardo”. Ascoltando il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dare dei “Conservatori” a tutte le forze politiche che si oppongono alla sua storica “riforma della Giustizia” e proclamarsi “coraggioso, temerario e rivoluzionario”, non si può non ricordare la celebre frase del Gattopardo: “cambiare tutto perché nulla cambi”.
Berlusconi non vuole riformare la Giustizia, vuole semplicemente togliere di mezzo un potere dello Stato che, con la sua azione indipendente, potrebbe scalfire la figura che occupa il secondo potere dello Stato.
Questo lo hanno capito anche i suoi sostenitori, ma non possono abbandonarlo senza perdere con la sua caduta, l’effimero potere di cui si sentono partecipi.
Nel Paese, la coalizione che ha vinto le elezioni del 2008, non ha sicuramente conservato il consenso che l’ha premiata e questo lo si è visto nelle manifestazioni che hanno coinvolto oltre un milione di donne italiane a rivendicare la loro dignità e, nel giorno del “C. day”, qualche milione di cittadini con le bandiere nazionali, le coccarde tricolori e la Costituzione da brandire come baluardo alla nuova “barbarie” che vorrebbe avanzare.
Vorrebbe, appunto, ma non passerà. Quella Carta ci è costata troppo sangue, troppi dolori per permettere ad un novello “Gattopardo” di stravolgerne i valori fondamentali.
La “società civile” si è rimpossessata della scena politica italiana, è diventata nuovamente “artefice del proprio destino”, senza delegarlo ad altri, come sembra avere fatto negli ultimi quindici anni.
Alcune forze politiche vorrebbero rinchiudersi nella ridotta della “Padania”.
I Democratici e i Progressisti vogliono riprendersi l’Italia, ma soltanto per riportarla nell’alveo della sua naturale vocazione Europea.
In un mondo governato ormai da Stati che hanno dimensione continentale, il nostro futuro non può essere che in una unione sempre più stretta, in una delega sempre più ampia al Parlamento ed al Governo europeo. Politica economica e monetaria, politica estera, di difesa e di sicurezza, devono avere dimensioni continentali per essere veramente efficaci e tempestive.
Per tutte le altre funzioni, un “federalismo solidale” è quanto il Partito Democratico ha sempre auspicato per impedire un assalto alla “Padania Felix” e garantire in tal modo maggiore sicurezza per tutti. La sicurezza non la creano le barriere (un doloroso esempio lo abbiamo visto con lo “tsunami” che ha travolto le coste del Giappone, al quale vanno la nostra solidarietà e la nostra pietà), ma la prevenzione. Per quanto alte si possano erigere le barriere, sempre arriva un’onda più alta che le travolgerà.
Non si devono creare i presupposti per dovere erigere altre barriere, questo vuole il PD e tutti i Progressisti di questo paese.
Noi del Partito Democratico sappiamo quello che vogliamo e dove vogliamo andare.
Questa certezza deve guidarci nella convinzione che il compito che la storia di questo paese ci ha affidato non può essere fallito. La nuova “barbarie” non passerà!
Mario Sella V. Carso “ Mantova T. 3334286408 - 14.03.2011