FATTI E MISFATTI DI UN GOVERNO ALLO SBANDO
di Mario sella
In questo clima da “basso impero” che sta attraversando il nostro paese, nessuno può chiamarsi fuori, nessuno può invocare l’alibi: “ma io non c’ero”. Siamo ormai tutti responsabili di come stanno andando le cose. Certo, in modo diverso, ma come cittadini aventi diritto di voto, e in modo particolare chi non l’ha esercitato, siamo responsabili d’avere delegato ad una classe politica “barbara”, la conduzione della cosa pubblica, la difesa dei nostri piccoli interessi personali, nella speranza che ci togliessero il disturbo di dovere occuparci in prima persona della sicurezza e del futuro nostro e dei nostri figli.
E’ successo altre volte che un popolo soddisfatto, appagato dal successo a dal benessere raggiunto, ritenesse come suo diritto concedersi un tempo per “godere” il frutto di tanti sacrifici ed impegni passati. Non sto alludendo ad un solo personaggio ed al suo “bunga, bunga”, che rappresenta l’emblema più eclatante, ma al complesso della nostra società che ha tralasciato l’impegno in prima persona. L’Ecclesiaste ci insegna che c’è un tempo per ogni cosa e questo è vero, ma abbiamo imparato anche che abbassare la guardia, fosse pure per un solo istante, può permettere al “nemico” di penetrare le nostre difese e renderci vulnerabili.
Non è un ragionamento rivolto alla società civile e basta, ma vuole rivolgersi in modo particolare ai partiti che formano, lo vogliamo o no, l’indispensabile architettura di ogni moderna democrazia. Un uomo solo al comando, per quanto straordinarie possano essere le sue qualità, non può risolvere nulla.
Parlare di “classe politica barbara”, viste le scarse simpatie che godono i politici in generale, può attirare consenso, ma non porta da nessuna parte, perché poi bisogna indicare l’alternativa che si vuole perseguire. No, non intendevo coinvolgere tutti i partiti e gli uomini politici, ma quei rappresentanti del popolo diventati strumento e zimbello di un potere fine a se stesso, aggrappato disperatamente ad una poltrona che sembra rappresentare l’unica sua ancora di salvezza.
La dimostrazione più clamorosa di quanto sia catastrofico delegare la soluzione dei nostri problemi a dei “volonterosi”, ma per nulla preparati personaggi politici, è data dalla gestione dei rifugiati a Lampedusa in queste ultime settimane. Immaginare un trattamento più improprio di quanto è stato fatto e si sta facendo con l’allestimento di “lagher”, neppure con baracche in legno, ma di tende è veramente difficile. L’unica cosa che manca è il passaggio della corrente elettrica sui fili spinati della recinzione, per il resto non manca nulla. Le espressioni colorite usate dal senatore Bossi: “fuori dalle palle”, lasciano capire quanto poco vi sia di un pensiero “adulto” dietro l’apparente volontà di salvaguardare l’integrità territoriale e razziale della padania. Non si possono semplificare problemi complessi come quelli che stiamo vivendo applicando un’unica soluzione. E’ necessario avere una visione molto ampia della realtà che ci circonda ed anche una cultura che si sia “abbeverata” non soltanto alle sorgenti, ma abbia saggiato tutte le impurità, le nefandezze che la corrente raccoglie fino alla sua foce.
Mario Sella V. Carso 2 Mantova T. 3334286408 - 4.04.2011