LA DIFFICILISSIMA ARTE DELLA POLITICA
di Mario Sella
Le ragioni della sconfitta della sinistra a Mantova, ma anche nel nord in generale sono moltissime e non è possibile analizzarle tutte. E’ possibile, però, mettere alcuni paletti entro i quali, chi vuole fare politica, dovrebbe muoversi. Sono limitazioni che potrebbero apparire, dal punto di vista etico, non strettamente corrette, ma che consentono la custodia del “gregge” anziché andare alla ricerca della pecorella smarrita. La parabola della pecorella smarrita è affascinante, ma va lasciata a chi si pone traguardi ultraterreni e non di questo mondo. Posto che lo scopo della politica è conquistare il consenso della maggioranza della gente per governare poi nell’interesse di tutti, la prima domanda che si deve porre un partito è: che cosa vuole la maggioranza della gente in questo preciso momento storico? Questo non significa seguire la pancia della gente rinunciando ai propri principi ed ai propri convincimenti, ma capire dove la corrente è diretta per non mettersi di traverso o cercare di risalirla. Chi si pone di traverso o vuole risalire la corrente per invertirne la direzione, può creare un momento di caos fino a quando non verrà travolto e tutto riprenderà a scorrere come prima. Un grande partito non può pensare di imporre semplicemente i suoi principi e pretendere che la maggioranza li accetti, ma deve capire , anche, dove è diretta la maggioranza, entrare nella corrente per poterla gradualmente deviare ed indirizzare dove si vuole poi portarla. Siamo al: “il fine giustifica i mezzi”? Non tutti i mezzi sono giustificati, ma molti, in politica, sono giustificati. Da questa considerazione ne consegue che “i duri e puri”, possono fare opera di testimonianza, ma non possono pensare di diventare maggioranza politica. Ho sentito una considerazione fatta da un comunista “doc”, sulla attuale situazione politica: “ per la sinistra non c’è niente da fare, nei momenti di crisi, la gente va sempre a destra e mai a sinistra”. Non sarà che una certa sinistra non comprende le esigenze della gente (della maggioranza della gente, perché se comprende le esigenze di una minoranza non conta nulla), e non sa proporre soluzioni convincenti per indirizzare il consenso verso di se? Siamo alle enunciazioni generali e ,forse, un esempio può far comprendere meglio il termine del problema.
La solidarietà: sfido chiunque a trovare una persona che ammette di non essere solidale. Destra e sinistra dicono di essere solidali. La differenza è che: la destra è solidale prima di tutto con la propria gente, la sinistra è solidale con l’intero mondo. Questo atteggiamento pone la sinistra molto vicina alle parole del Vangelo, ma, nei momenti di crisi, quando la gente che ti è vicina sente intaccata la propria sicurezza, il proprio benessere, segue poco le parole del Vangelo (anche se dovrebbe) e molto più la chimera di chi le assicura sicurezza e benessere.
L’esempio dei bambini delle scuole lasciati senza cibo perché i genitori non pagavano la retta, è qualche cosa che dovrebbe unificare tutti indistintamente in un moto di ribellione e di solidarietà. Eppure abbiamo visto che, molti genitori e anche molti cittadini, erano consenzienti con l’Amministrazione comunale che aveva preso quel provvedimento. Quei Sindaci intendevano prima di tutto essere solidali con la propria gente, che pagava la retta, per mantenere il servizio mensa già gravemente deficitario, piuttosto che continuare su una strada che avrebbe potuto fare mancare le risorse per mantenere il servizio per tutti. E’ certamente, questo, un atteggiamento di solidarietà “poco evangelico”, ma non possiamo dire che non c’era solidarietà. In casi come questo, le risorse vanno trovate tagliando spese meno importanti del cibo ai bambini, e anche l’opposizione deve aiutare nella ricerca di una soluzione. Se si è arrivati a negare il cibo ai bambini, la discesa verso la “barbarie” è già compiuta, ma nessuno può dirsi esente da colpe per questo. Sono anni che la Lega grida: “al lupo, al lupo, il nemico è alle porte”, e la sinistra che cosa ha fatto? Ha, in gran parte, ignorato questo “richiamo della foresta”, pensando di trovarsi già fuori, in un mondo civilizzato nel quale, questi richiami, si sarebbero persi tra i palazzi e i grattacieli, senza capire che: palazzi e grattacieli, altro non sono che alberi in cemento.