LEGA NORD E I DESIDERI IMPOSSIBILI
di Mario Sella
“Putant quod cupiunt”, credere possibile quello che si desidera, spesso è la causa della rovina degli uomini e delle società. Soltanto nel secolo scorso abbiamo avuto due clamorose dimostrazioni dell’aforisma: il primo è stato il “desiderio” di Lenin di edificare il comunismo utilizzando un “materiale umano” che non può essere “composto” come le tessere di un puzzle e concluso con la caduta del muro di Berlino; il secondo è stato il “desiderio” di Hitler di dare vita ad un terzo grande Reich, clamorosamente abortito nella distruzione del paese che voleva potenza millenaria.
La cosa più difficile che si possa fare e tentare di convincere il soggetto o i soggetti del “desiderio “ che la natura della loro aspirazione è “fallace”, perché tutti i loro meccanismi mentali sono tesi al perseguimento del fine e nulla può distrarli o farli desistere.
Sembra quasi che si debba attendere che “l’evento si compia” e piangere poi “sul latte versato”.
E’ quello che sta succedendo con La Lega e il suo “desiderio” di dividere questo paese che si appresta a festeggiare, appena, i suoi 150 anni dall’unificazione della nazione, rifiutandosi di riconoscere un compleanno che ci aveva visti soggetti passivi o sudditi di potenze straniere.
Veneto per nascita e Lombardo di adozione, potrei sentirmi pienamente “padano”, ma conosco la “Padania”, come la più grande pianura italiana, come si studia nelle prime classi delle elementari, e non come una “nazione” maturata nella mente di chi guarda il dito che indica la Luna.
A questi miei compatrioti che aspirano ad una “nazionalità” padana (non possiamo prenderci in giro, il federalismo, così come lo intende la Lega, sottende “secessionismo”), vorrei chiedere se hanno immaginato che cosa potrebbe accadere: prima che l’evento si compia (sollevazione degli “stranieri” siciliani, calabresi, sardi, ecc…ecc…, abitanti la Padania, in alleanza con i padani che si sentono italiani); dopo che l’evento si fosse realizzato, con la necessità di erigere un muro, simile a quello che gli Stati Uniti hanno eretto ai confini con il Messico, per impedire “l’invasione” della “Padania felix”, da parte di un popolo dello stivale abbandonato a se stesso e privato dei suoi collegamenti con L’Europa.
Si può pensare di diventare “la Svizzera del sud Europa” e di non subire le conseguenze di aree della penisola che premerebbero come stanno premendo i paesi del nord Africa sull’Italia e sull’Europa in questi anni?
Bossi e la Lega, sembrano crederci e a questo fine mirano con tutte le loro forze, ma anche in questi giorni, il loro Ministro degli Interni Maroni, si è rivolto all’Europa chiedendo aiuti per tamponare quello che si presenta come un esodo biblico dal Magreb.
Che cosa pensano di fare se l’esodo si ripetesse dalle provincie meridionali? Chiedere aiuto ancora una volta all’Europa? Che cosa ci risponderebbe l’Europa?
Non sono i leghisti a chiedere che “gli stranieri” debbono essere aiutati nei loro paesi d’origine per impedire che prendano la via dell’emigrazione?
Non sarebbe molto più semplice “aiutare” questi abitanti meridionali della penisola realizzando un federalismo solidale? Si, anche tenendoli per mano, se vediamo che vacillano e non riescono ad imboccare la strada della virtù. L’egoismo non ha mai pagato quanto l’altruismo e la generosità.
Basterebbe chiedere a chi assiste un infermo, un diversamente abile, per sapere quanto sia grande quello che riceve a confronto di quello che dona. Se questo vale per la persona, perché non dovrebbe valere per una società? Lo so, fare appello ai sentimenti quando si parla di politica sembra stonare, ma mai come in questo momento la politica ha bisogno dei sentimenti, dei sentimenti migliori che un popolo possa esprimere, prima di sprofondare nella più profonda disperazione!
Mario Sella V. Carso 2 Mantova T. 3334286408 - 19.02.2011