L’ITALIA S’E’ DESTA

            Si può incantare la gente al suono di parole che appaiono miele, ma questo “incantamento”, non può durare all’infinito. Quando il miele diventa rancido, anche le parole si svelano per quello che sono: pura e semplice aria fatta vibrare dalle corde vocali.

Questa destra berlusconizzata, che nelle intenzioni doveva salvare questo paese dalle grinfie di una sinistra “mangia bambini” (è l’immagine meno forte che ho trovato nel repertorio di insulti di Silvio Berlusconi), si è rivelata assolutamente incapace di governare e dirigere un paese moderno, provvisoriamente, in grave difficoltà. La sconfitta di Milano non è dovuta solamente alle gravi deficienze ed agli sprechi della Giunta Moratti, ma all’immagine che questo Esecutivo offre ormai ad un paese che ha cessato di ascoltare e, finalmente, comincia a guardare i risultati che, otto anni di governo su dieci, hanno prodotto. La sfida che Berlusconi ha voluto lanciare a Milano, un vero e proprio referendum su di se e sul suo operato, è stata raccolta e brutalmente sanzionata. Un “normale” Primo Ministro ne trarrebbe immediatamente le conseguenze, ma sappiamo bene che per mandare a casa questo “ingombro della democrazia”, che una parte degli italiani ha voluto, bisognerà lavorare molto alacremente per allargare le porte di Palazzo Chigi.

La Lega e Bossi hanno ormai compreso che la “zavorra”, rappresentata da Berlusconi li sta trascinando a fondo e che, se non saranno svelti a tagliare tutti i lacci che li hanno avviluppati, condivideranno la sua sorte ormai segnata.

Non sono ottimista, mi conforta una parola della nostra bella lingua, coniata proprio per simili circostanze: “chi troppo in alto sale, precipitevolissimevolmente, cade”.

Ma non è già tutto finito perché, questo nostro paese, rischia di restare prigioniero di un altro “incantamento”, molto più pericoloso di quello rappresentato da Berlusconi.

La sua pericolosità è dovuta al fatto che, a suonare i tanti flauti, sono persone del tutto normali ed in perfetta buona fede, fermamente convinti di fare il bene “della loro gente”, di noi tutti.

Il messaggio che la Lega diffonde ha un fascino che cattura facilmente chi è rimasto troppo a lungo rinchiuso nel suo piccolo “mondo antico”, e ancor più chi si trova in difficoltà e vede il pericolo sovrastarlo. Il federalismo è una soluzione ottimale per “amministrare” un paese, inventato molto prima che Bossi nascesse, ma non può funzionare senza un governo che abbia una visione sovra regionale, aperto, non solo a tutte le Regioni, ma a tutti i paesi della terra.

L’immagine che dovremmo avere di questo piccolo pianeta che ci ospita (non sto volando troppo alto), è quella di un sommergibile in navigazione nelle profonde acque dell’oceano e nel quale tutto funziona alla perfezione fino al momento nel quale, uno stato di emergenza, fa chiudere tutte le porte stagne. Da quel momento il sommergibile continuerà ancora a navigare, ma la sopravvivenza dell’equipaggio sarà legata alle risorse disponibili nel settore nel quale sono stati isolati.

Se non accettiamo di condividere quello che ci vede, provvisoriamente avvantaggiati, finirà che anche gli altri chiuderanno le loro porte stagne ed il nostro destino sarà segnato.

 Occuparci delle nostre piccole beghe quotidiane fa bene, perché aiuta a migliorare la qualità della vita, ma se ogni tanto non alziamo lo sguardo alla direzione nella quale stiamo andando, rischiamo veramente di farci male. I giovani che quotidianamente sono in contatto con i loro coetanei di tutto il mondo tramite la rete, hanno già cancellato dalla loro mente l’idea di una appartenenza, di una “regionalità”, strettamente legata al paese dove sono nati e, giustamente, si sentono “cittadini del mondo”. Ecco, cerchiamo, anche noi non più giovani, di sentirci come i nuovi protagonisti del loro futuro.

Mario Sella V. Carso 2 Mantova T. 3334286408 – 18.05.2011