SIAMO TUTTI SOLI!
di Mario Sella
L’interminabile vicenda dei rifiuti campani - non è solo Napoli, la più bella città del mondo come amano definirla molti suoi abitanti, ad essere sommersa dalla spazzatura, ma anche molti altri comuni in più province - dimostra ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, l’estrema fragilità della natura umana che non ci fa comprendere di trovarci, tutti, su un treno lanciato a folle velocità verso la catastrofe, ma sul quale ogni piccola comunità attende ai fatti suoi come se la cosa non la riguardasse. Certo, assistiamo ad atti di generosità e di altruismo di singoli individui che hanno compreso la grande solitudine che ogni uomo si trova a vivere, ma come comunità umana non ci preoccupiamo della sua sorte. L’esempio è sempre venuto anche dall’alto. Il recente vertice a Seul dei Venti Grandi della terra si è chiuso con un nulla di fatto per la semplice ragione che ogni Stato ha pensato ai suoi interessi. Dal basso, l’esempio del rifiuto opposto da quei piccoli ed insignificanti “ Governatori “, come amano chiamarsi, delle Regioni del nord, al ricevimento di una parte della spazzatura napoletana per contribuire a risolvere il drammatico problema di quella Regione, completa il quadro della situazione nella quale questa comunità di esseri pensanti si trova a vivere. Per comprendere bene, bisognerebbe che tutti avessero provato a scalare una difficile montagna o ad attraversare un grande ghiacciaio, senza essere assicurati con una corda agli altri scalatori, ma liberi di penzolare nel vuoto o di appoggiare il piede successivo su un fragile ponte di neve sopra un crepaccio. Questa immagine ci dovrebbe rendere consapevoli che, da soli, in questa difficile attraversata che è la nostra breve esistenza rischiamo di precipitare ad ogni passo e che solo il legame che ci unisce a tutti gli altri esseri umani ci può salvare.
Che noi lo vogliamo oppure no, il precipitare di un singolo non determina la nostra salvezza.
La recente inondazione del primo Novembre della mia terra, alla quale ho assistito in diretta a Vicenza, mentre andavo a trovare i miei morti a Schio, dimostra che nessuna comunità, nessuna singola cordata può sperare di chiamarsi fuori da ogni pericolo e che la spazzatura di Napoli non riguarda solo quella città, ma l’intera comunità che abita questa meravigliosa terra che è il nostro Paese. L’egoismo è la nostra condanna; la speranza è che lo si comprenda prima che il convoglio si schianti in modo irreparabile contro questa tremenda limitazione della nostra intelligenza.