TOCCATA E FUGA DEL PRIMISSIMO MINISTRO
di Mario Sella
Sebbene i gusti siano molto diversi e non discutibili (come saggiamente dicevano i nostri progenitori romani: chiedo scusa ai padani), le composizioni: Toccata e Fuga per organo di Johann Sebastian Bach, credo siano le più eccelse dimostrazioni del genio musicale dell’uomo. Su questo credo vi siano pochi dissensi.
Ugualmente non possiamo dire delle infinite: Toccata e Fuga del nostro Primo Ministro in tutti i suoi anni di governo.
La più clamorosa, perché è stata una delle cause della sua terza vittoria, la “monnezza” napoletana.
Il secondo governo Prodi aveva ereditato una situazione del paese in generale e del sud in particolare, molto pesante. Dopo cinque anni di governo Berlusconi, i problemi del sud si erano aggravati e costituirono il prodromo, di quanto si sarebbe di li a poco verificato. La sottovalutazione della situazione napoletana e campana, aveva prodotto un “cancro” così esteso e ramificato che, pensare di curarlo con una militarizzazione delle discariche, era semplicemente un gioco di prestigio destinato a durare il tempo dello spettacolo.
Appunto: “il tempo dello spettacolo” è ciò che ama il nostro Primo Ministro, una “Toccata e Fuga”, per non perdere troppo del suo prezioso tempo in bagattelle che poi vengono abbandonate al loro destino, senza un piano di soluzione dei problemi e dei finanziamenti adeguati.
Dopo l’ultima riunione del Consiglio dei Ministri ha sentenziato in dieci giorni, dieci, il tempo necessario a risolvere il problema. Sembra che non riesca a ragionare con una visione di più lungo respiro, con un orizzonte che abbracci almeno in parte il panorama che gli sta di fronte e non si fermi al suo palcoscenico.
All’Aquila è successa la stessa cosa: un grande palco mediatico portando i grandi della terra, il G8, dopo che aveva speso milioni per fare l’incontro alla Maddalena. Primi interventi molto spettacolari ed efficaci della Protezione Civile (parlo dei volontari accorsi), e un piano di costruzione di case antisismiche altrettanto spettacolare quanto costoso. Anche qui, non ha considerato in nessun modo i tempi necessari alla ricostruzione vera, che è quella della città dell’Aquila, e non di insediamenti provvisori destinati a diventare definitivi.
Non so se si troverà mai il denaro necessario alla ricostruzione della città, ma il modo con il quale si è affrontata la fase immediatamente successiva all’emergenza, non ha dimostrato una visione complessiva dei problemi che necessitano di tempi lunghi che non rientrano nella prospettiva di Silvio Berlusconi.
L’età di una persona non è indifferente alla visione dei problemi della vita in generale e di quelli di governo in particolare. Ci sono state delle eccezioni, questo è vero, ma non sembra che il Nostro, rientri tra queste. Possiamo però consolarci: se ci saranno nuove elezioni, Lui ci sarà!