RICORDI DEL GRANDE FIUME

 

(Omaggio di fantasia ad un grande maestro  naif, utilizzando manoscritti vari)

 

( Padus )

 

Era ormai vecchio e stanco.

Mentalmente stanco.

 

 Era ormai giunto in quella fase della vita in cui il  presente  stimola soltanto memorie e sensazioni del passato.

 

Negli ultimi anni aveva voluto vivere vicino al Po, per assaporarne giorno per giorno il fascino, nel variare periodico delle piene e delle secche, nell'alternanza del verde e del decrepito, del colto e del primitivo.

 

Voleva stare da solo, con le immagini del mondo che amava: i pioppi, i contadini dai volti scavati, le galline, i cani da caccia, i prati, le distese di sabbia, le nebbie. Un mondo che non appariva apertamente nei  suoi quadri, ma che si percepiva come sottofondo persino musicale nella celebrazione dei suoi stupendi putti, ispirati dagli angioletti rinascimentali in una rivisitazione quasi caricaturale.

 

Soprattutto voleva stare con lei, con il suo ricordo. Per liberarsene. O, al contrario, per sentirsela più vicina. Ma senza poter scegliere. Perchè lei era in ogni centimetro del suo corpo e in ogni angolo della sua mente.

 

 

Quando la conobbe le dedicò questi versi:

 

Cadde un giorno

un passerotto

dal nido

di un albero.

Aveva freddo,

si sentiva smarrito.

Lo raccolsi,

lo accarezzai,

lo misi in tasca

per dargli calore.

 

Il corteggiamento era stato reciproco:

 

Occhi

che s'incrociano,

occhi

che entrano

nella mente

curiosi,

pungenti,

loquaci,

 invitanti.

Occhi

che s'accendono

di notte

e mi tolgono

il sonno,

incoraggiandomi

ad osare.

 

Spesso gli veniva in mente il luogo del primo incontro:

 

Vorrei

fermare

il tempo

e camminare

con te

in quel sentiero

di campagna.

Come

la prima volta.

 

Era la donna che aveva sempre cercato:

 

Dov'eri

quando ti cercavo

senza conoscere

il tuo volto,

il tuo corpo

e i tuoi pensieri?

Dov'eri

quando cercavo

la mia anima gemella?

Dov'eri

quando ti cercavo

senza sapere

chi fossi?

 

Non sempre le sole parole potevano descrivere il clima magico che si era creato tra i due innamorati:

 

Zitta,

per favore,

 zitta.

Mi piaci

 per come sei,

 più che per  quello  che dici.

 

Messaggi

di  parole,

di suoni,

di immagini.

Messaggi

del corpo.

Segni.

Parlare

con le labbra,

con le mani,

con gli occhi.

La parola

è musica,

la scrittura

un disegno,

il movimento

una danza.

 

Lei era diventata la sua musa. E gli aveva ispirato questa "Canzone del vento" dopo una sua passeggiata attorno ai laghi di Mantova:

 

Fiori

Fiori di prato

Fiori vivi.

Fiori al vento

Suoni di fiori.

Prati

Suoni di fiori e piante.

Cielo

cielo chiaro

Cielo di lago

Vento di nuvole bianche.

Lago

Lago e fiori

Suoni di acqua

Vento di lago.

Fiori

Cielo

Lago

Prati

Vento di suoni e piante.

 

Lui avvertiva nuove energie, immaginava una nuova vita:

 

Vorrei

prenderti per mano

e correre con te

avanti e indietro

nel tempo,

fino a ritrovarci

in una terra lontana,

a vivere una nuova vita.

 

Ho sognato

 di correre

sulla sabbia

e di saltare.

Un volo

lunghissimo

e leggero.

Senza peso.

 

Con te

Sto varcando

La soglia

Dei sogni nascosti.

Con te

Sento

l'entusiasmo

di quando

avevo

 vent'anni

e immaginavo

la vita

come

un'affascinante

avventura

in cui

cercare affinità,

sintonie

e risposte

ai quesiti

esistenziali.

 

Con te

vorrei

rallentare

 il tempo,

trasformando

i secondi

in minuti,

 i minuti

in ore,

le ore

in giorni.

 

In occasione di un suo importante compleanno le aveva scritto:

 

Sulla cima

di una montagna

una donna

abbronzata,

avvolta

 soltanto

di una lunga

tunica bianca,

mossa

da un vento

leggero.

I suoi occhi

guardano

in alto,

verso la luna,

mentre le stelle

festeggiano

con una danza

i suoi splendidi

quarant'anni.

 

 

Il grigiore dell'autunno e le ombre della sera costituivano una fonte inesauribile di stimoli romantici:

 

La nebbia

sfuma

i contorni

delle cose,

ma non

il tuo sorriso.

 

La luna,

specchio

notturno

del sole,

illumina

nella penombra

i tuoi occhi.

 

Amo i colori

autunnali

delle foglie.

Senza malinconia:

non sono tristi

le piante

mentre

si preparano

al freddo.

 

Era un amore privilegiato, invidiabile:

 

Sentirsi amati

da chi si ama

come si vorrebbe

essere amati.

 

Scriverti

è come baciarti

con la mente.

 

Quando

ci abbracciamo

ci sembra d'essere

una persona sola,

mentre tutt'attorno

la terra

 si allontana

da noi,

lasciandoci soli.

 

Quando mi sorridi

con l'entusiasmo

dei tuoi occhi

brillanti,

mi fai provare

la bellissima

impressione

di essere amato.

 

Era un amore completo, carico di erotismo:

 

Non solo

il corpo.

Non solo

l'anima.

Anima e corpo.

 

Ballare

 al buio,

 sussurrandoci

promesse

e fantasie.

Ballare

 al buio,

muovendoci

ritmicamente.

Ballare

 al buio,

immaginando

che non finisca

mai.

 

Possederti

con la mente,

 con un'esplorazione

mai sazia

dei confini corporei,

in una dolce

alternanza

di vuoti

e di pieni.

 

Il fuoco

ardente

delle labbra

si diffonde

nel sangue,

eccitando

tutto il corpo.

Le mani

si muovono

senza freni.

 

Come è delizioso

il tuo ventre quando si ricopre

di rugiada di mare.

 

Ma era anche un amore difficile, tormentato, instabile:

 

Perchè?

 

Perchè

la felicità

è così

 provvisoria?

 

Amore,

non lasciarmi mai.

Non ce la farei

senza di te.

 

Dolore

 privo

 di speranza:

 spillo

 lungo

 e sottile,

 senza fine.

 

E' come

se mi avessi pugnalato.

Mi restano

i ricordi

di quello che credevo

tu fossi.

Ma impazzirei

se non sapessi

che mi ami

o se mi lasciassi

del tutto.

 

La saliva

 diventa

amara,

le tempie

pulsano,

l'ansia

punge

 lo stomaco,

gli occhi

si fanno

 lucidi.

 

Dovrò fuggire da te.

Ma la mia disperazione

non troverà un rifugio.

 

La lontananza, anche breve, gli sembrava insopportabile:

 

Se mi sei lontana,

i colori diventano grigi,

l'aria si fa più fredda,

le strade più deserte,

la gente più sola,

lo stomaco pesante,

le mani fredde,

le gambe molli,

la testa vuota.

Se mi sei lontana,

mi sento depresso.

 

Si erano abbracciati

in una strada

nascosta nel verde,

prima di separarsi

per qualche giorno.

Si consolavano

sentendo

accanto a sè

i passi,

le mani

e l'odore

dell'altro.

Ma il sole

Non sempre

riesce a prevalere

sul buio

di una notte

violata

dai fantasmi

dell'ansia.

La lontananza

produce

 anche lacrime

 come coltelli

e rabbia,

tanta rabbia.

Si cerca

allora

 uno sfogo.

Ad esempio

scrivendo.

 

Tre giorni

senza di te.

Un'eternità.

Ti sento

seduta sulle mie ginocchia

mentre ti stringo,

ti accarezzo,

ti bacio.

Tre giorni

senza di te.

Li sentirò

lunghissimi.

Tre giorni

senza di te.

Saranno

un mese,

un anno.

Ti penserò

con me

sulla riva del mare,

come quando

eravamo

su quella del Po.

Conterò

le ore

che ci separano

e ricorderò

il tuo sorriso

e i tuoi occhi dolci,

innamorati.

Come mi hai fatto

sentire tuo,

questa mattina

al bar,

quando

eri in piedi

vicino a me!

 

Le raccontava spesso storie e leggende sul grande fiume e sulle infinite diramazioni delle sue rive, popolate di animali domestici e selvatici, di pescatori e di maniaci nascosti dietro piante e i cespugli a spiare le intimità degli amanti: luoghi deserti, ma talvolta poco tranquilli; posti isolati, violati spesso da occhi indiscreti; boschi da fiaba, in cui si avverte la presenza contemporanea della pecora e del lupo.

 

Avevano passeggiato spesso sulle rive del Po.

 

Nel tardo pomeriggio di un caldo giorno d'estate raggiunse con lei una spiaggia del Po per una passeggiata. Lasciarono l'auto in uno spiazzo, accanto ad altre vetture. Da lontano notarono su un "sabbione" due persone che stavano camminando affiancate a passo lento, verso lo spiazzo. Parallelamente, sulla riva del fiume, stavano tornando separatamente 4 - 5 uomini in calzoncini da bagno e sandali. Quando le due persone furono visibili, notò che si trattava di un uomo di colore, molto alto, vestito con un camicione variopinto, lungo fino ai piedi e di una donna bionda, completamente nuda. Anche gli altri avevano un'aria soddisfatta: evidentemente avevano assistito ad uno spettacolo particolarmente stimolante. La donna poi si coprì con una camicia bianca. I due arrivarono allo spiazzo e si diressero verso la loro macchina. Lui, inespressivo, nerissimo, dimostrava al massimo trent'anni. Lei, più o meno tra i 45 e i 50, aveva un'aria molto rilassata e un'espressione depravata. Il gruppo dei guardoni sparì.

 

C'è silenzio sul Po. Ma ogni tanto, all'improvviso, si colgono occhi che spiano morbosamente, nascosti tra i cespugli.

 

 

 

Sulle rive

del grande fiume

un lungo

 tappeto

di sabbia.

Ogni tanto

qualche motore

violava

il silenzio

 delle sponde.

 

Tutt'attorno

prati secchi

e rami

ingrigiti

dalle piene.

il Po,

appena

 li vide

 arrivare,

preparò

un giaciglio

verde

nelle dune

più alte.

Il misterioso

silenzio

delle rive

antiche

era interrotto

ogni tanto

da folate

di vento

 freddo

e dal movimento

dei rami.

 

Camminarono

a piedi nudi

sulla sabbia biancastra:

un lungo deserto

incorniciato

da alti alberi verdi.

Si stesero

su quella duna soffice,

protetti dalla discrezione

di un cespuglio.

La statua eccitante

di una Venere nuda

apparve

sotto i cespugli,

baciata dal sole.

 

Un giorno, verso il calare della sera, rimase  per più di un'ora con i suoi ricordi sulla riva del Grande Fiume, fissando lo scorrere silenzioso e infinito delle acque.

 

E venne la notte.