Garimberti risponde: «Le notizie vanno date. Sempre»
la Gazzetta di Mantova — 08 agosto 2009 pagina 03
sezione: ATTUALITÀ
ROMA. Il segretario del Pd Dario Franceschini reagisce con fermezza
all’attacco di Berlusconi al Tg3 e minaccia la mobilitazione. «L’attacco al
Tg3 è l’ultima prova dell’intenzione di Berlusconi di usare la sua forza
economica e il potere di chi sta al governo per condizionare e intimidire ogni
voce libera. Ha cominciato - dice Franceschini - con l’invito agli
imprenditori a non fare pubblicità sui giornali che lo infastidiscono. Adesso
passa all’attacco diretto alle singole testate. Sappia che se non la smetterà
con questa arroganza, da settembre noi chiameremo a raccolta tutte le forze
della società civile disposte a mobilitarsi in difesa della libertà di stampa
e di informazione nel nostro Paese». Ma ovviamente è tutto il mondo Rai, non
condizionato dal Cavaliere, ad alzare gli scudi. «L’informazione del servizio
pubblico non è - e non deve mai essere - né pro né contro alcuno ma ha
l’obbligo di raccontare i fatti. Le notizie non hanno colore né odore e vanno
date tutte, sempre, ma tenendole accuratamente separate dalle opinioni». Così
Paolo Garimberti, presidente del Cda Rai, che aggiunge: «Questo è il dovere
del giornalismo, che sia servizio pubblico o privato ed è il suo patto
fondante con i lettori e gli ascoltatori, tanto più se pagano il canone».
«Meno male che c’è il Tg3. Ieri sera ho visto alcuni telegiornali e un vero
tg che parlava dei problemi del lavoro e della crisi della produzione
industriale. Il pubblico vuole notizie e il Tg3 fa bene a non nasconderle»,
rincara Nino Rizzo Nervo, consigliere Rai. «Le affermazioni del presidente
del consiglio relative al Tg3 - sottolinea il comitato di redazione della
testata - lasciano pochi dubbi sulla percezione della libertà di stampa da
parte di una delle più alte cariche dello Stato. Mette tristezza, poi,
l’interpretazione del ‘servizio pubblico’ come docile strumento di propaganda.
Il nostro giornale di ieri era centrato sulla tragedia della disoccupazione:
noi del Tg3 pensiamo che parlare dei drammi sociali e di quanto accade nel
Paese vada al di là delle logiche di appartenenza a cui sembrano affezionati
alcuni schieramenti politici. Il giornalismo non può diventare strumento di
marketing pubblicitario: dire le cose come stanno è il nostro impegno con gli
Italiani ed è l’unico modo che conosciamo per fare servizio pubblico». «Solo
una faccia di bronzo come Berlusconi può pensare di mistificare così la
realtà.... Solo nelle peggiori dittature si pretende il silenzio
dell’informazione e, purtroppo, noi siamo su quella strada: si è passati
dall’isolamento di giornalisti liberi, come Biagi e Santoro, alla violenza
psicologica. E sappiamo che per arrivare a quella fisica, come accaduto in
Russia, il passo è breve». Parole di Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei
Valori. (a.g.)