Io sto riflettendo. Ma attenti, troppo a sinistra...
Rispetto all'articolo «PD, nessuna alleanza al centro» di Gabriele De Stefani, in quanto citato, devo precisare di aver parlato con il giornalista a titolo del tutto personale, dichiarando di non essere in grado di dire quali decisioni avrebbero potuto assumere i numerosi esponenti democratici che si erano riconosciuti nella candidatura Ruggeri. Alle domande su cosa avessi intenzione di fare, ho risposto che per il momento mi sarei concesso una pausa di riflessione; che per chi come me fa politica per passione e con spirito di servizio, non è indispensabile tornare a sedersi tra i banchi del Consiglio comunale. Si può far politica all'interno di un partito anche stando in minoranza. Alcune considerazioni.
La battaglia politica che si è sviluppata nel partito, si è incentrata su due temi: la natura del Partito Democratico e la politica sul piano istituzionale: alleanze e quale idea di città.
Sulla prima questione va ribadito con forza che il PD vuole, deve essere un partito plurale. Ciò vuol dire che la vita del partito non può essere caratterizzata dalla egemonia di una cultura su un'altra.
Sul secondo tema, la politica per le istituzioni, va ricordato che al Congresso Nazionale, Provinciale, Comunale, con la vittoria di Bersani, aveva preso forma il progetto politico di un nuovo centrosinistra fondato sulla alleanza strategica con il centro, Api ed UDC. Sono tra quelli, inter pares, che si sono fortemente impegnati perché Mantova divenisse il laboratorio per la realizzazione di tale progetto. La nuova alleanza, oltre a rispondere al progetto politico nazionale, avrebbe consentito di elaborare una proposta programmatica per una nuova idea di città; un programma in grado di recepire i mutamenti profondi della nostra realtà e capace di cogliere la forte domanda di cambiamento proveniente da larghi settori della società mantovana.
Ho sostenuto Ruggeri con la convinzione che incarnasse concretamente queste esigenze. Trovo davvero curioso che chi, come me, si è battuto per la concretizzazione del progetto politico del proprio partito, debba essere definito «ribelle»! Le primarie hanno dato un esito diverso da quello da me auspicato, non da sottovalutare e che quindi deve far riflettere tutto il partito.
Apprendo dalla stampa che quanto da me temuto, si sta verificando: il centro si allontana sempre di più. Lo spostamento del baricentro politico verso la sinistra non di governo costituisce un quadro politico diverso dalla linea scaturita dal Congresso del Pd.
Questa deriva troppo a sinistra potrebbe compromettere il risultato elettorale per il centrosinistra.
Giorgio Maglia