1. E’ certo il valore centrale della Università a Mantova. Non è certa la sua continuità.
(*Il divenire della storia delle Università e l’Università a Mantova.
* È certa la necessità della presenza di un polo universitario a Mantova, ma bisogna cambiar passo.
* Anche alla luce degli obiettivi nazionali ed europei di rigorosa riforma universitaria non sono certi la continuità e soprattutto il radicamento della esperienza universitaria a Mantova )
2. La presenza della Università ha una valenza strategica, ma dev’ esserci una strategia!
( * Per dare solidità e seria possibilità di futuro alla Università di Mantova è indispensabile una strategia forte, delle istituzioni innanzitutto, ma parallelamente delle fonti di cultura, di economia, di socialità, in una solida coalizione pubblico-privato.
* si sottolinea: presentando questo documento si evidenzia innanzitutto la necessità di partire dai fatti significativi e importanti che son stati fatti nel passato anche molto recente
* Noi presentiamo questa prospettiva: è’ da mettere in campo ora, insieme, un fatto universitario mantovano “nuovo”, l’ idea di un modello particolare, originale, che si attagli alle dimensioni complessive di Mantova, che si ponga l’obiettivo di una opportunamente individuata Università di nicchia, una Università “nuova” con caratterizzazione distintiva, valenza e vocazione nazionali e internazionali.
* Dagli orientamenti nazionali più attenti e preoccupati che giungono dal dibattito culturale e parlamentare e regionale emerge la necessità di orientamenti nuovi. Non tenerne conto significa non preoccuparsi del futuro della Università a Mantova.
* Serve un passo corrispondente. Una discontinuità non vuol dire una pietra sul passato. Anzi, ribadiamo, parte dalle sue testimonianze migliori per interpretare il futuro e dare in questa luce un senso di prospettiva solida alla Università di Mantova.
* Rilievo strategico del rapporto Università-Territorio. Un rapporto che ha il suo significato forte nella natura sovra locale delle Università . * Non vi sarà alta identità di Università se non vi sarà alta identità di territorio.
* Tener presente quanto di buono e rigoroso vi è negli atti e nei progetti di riforma Università
livello di Parlamento e di Governo)
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1. Il rilievo di un polo universitario
1.a. Vi è stata una lunga stagione, storica, centenaria, per diversi aspetti millenaria, nella quale la rete universitaria era caratterizzata da alcuni poli di grande richiamo, per caratterizzazione specifica o per qualificazione legata a vasta territorialità, potremmo dire Università di geocommunity.
I rivolgimenti sociali, economici, culturali, già fortissimi negli ultimi due secoli, dalla seconda metà del ‘900 hanno impresso ritmi intensi e dinamismo inediti allo sviluppo. Parallelamente si è affermato un processo di proliferazione di luoghi universitari in un multipolarismo diffuso che, rispondendo a una oggettiva esplosione di scolarità e a una forte espansione di domanda universitaria, spesso tuttavia mostrava il limite del richiamo alla torre civica e al campanile anziché alla “apertura” dei radicamenti e delle motivazioni di fondo proprie del mondo della ricerca e dello studio “universitario”. Certo la tendenza “Università in ogni città” ha avuto spinte ciclopiche.
1.b. Mantova in verità non è stata in questa prima fase di moltiplicazione dei centri universitari. Non ha colto questa nuova stagione, ha per un certo tempo “resistito”, ritenendo rispondente alla qualificazione dei giovani mantovani l’offerta delle Università storiche, soprattutto Milano, Pavia, Parma, Bologna, Padova, poi Verona… Probabilmente quel ritardo, data la tendenza generale, ha creato per Mantova problemi consistenti per una soggettività forte nella fase del radicamento universitario diffuso. Problemi ancora presenti.
Vi son stati e vi sono ancora giudizi differenziati sul multipolarismo universitario austero e sul multipolarismo universitario diffuso. È un fatto che le dinamiche sociali, economiche, culturali degli anni ’60 e ’70 e ‘80, le quali hanno rappresentato un vero e proprio sconvolgimento epocale, hanno portato a una naturale e necessaria dilatazione della domanda e della offerta Universitaria, che in molti casi oltre a trovare riordino logistico e organizzativo in loco ha imboccato al via di reali dislocazioni geografiche. L’esempio della Lombardia è emblematico.
1.c. Per quanto riguarda Mantova, è del 17 Dicembre 1991 la sottoscrizione dell’atto costitutivo del Comitato Promotore per l’istituzione della Università, da parte di Comune, Provincia, Camera di Commercio, Assindustria e Banca Agricola Mantovana. Son 18 anni, quasi. Normalmente è la maggiore età.
Va ricordato che prima dell’avvio dei Corsi di Diploma da parte dell’università di Pavia e del Politecnico di Milano, quest’ultimo era già attivo a Mantova da circa un lustro con i corsi per i tecnici del cantiere di restauro appoggiati al Centro per la Formazione Professionale.
Nel 1996, dopo momenti di tensione, vi fu una certa ripresa in coincidenza di precisazioni di responsabilità. Nel 2004, un ulteriore passaggio portò alla Fondazione.
L’iniziativa del 1991, che tentò di agganciare il treno del primo multipolarismo universitario diffuso, è quindi cresciuta nel tempo, ma è ancora lontana dalla realizzazione di un polo, non semplice luogo di corsi universitari, bensì di una Università con una sua propria configurazione. Si sono organizzati corsi non strutturalmente ancorati agli indirizzi delle Università madri, di Pavia, di Brescia e del Politecnico di Milano,che rimane il punto di forza del sistema mantovano; la selezione del corpo docente non sempre è stata in linea con i canoni pertinenti; si è spesso ceduto allo spontaneismo programmatorio, o alle propensioni per scelte non prioritarie; ... Bisogna invece sottolineare che sforzi significativi si son fatti sul piano delle strutture.
1.d. Un punto fermo: il polo universitario è sicuramente un “valore” per Mantova, ma appunto per questo va salvaguardato e per far questo bisogna oggi cambiare passo, indirizzandoci sugli obiettivi delle migliori esperienze europee e prendendo il meglio che sia emerso dai recenti dibattiti sulla riforma della Università: effettuare scelte coraggiose per far fare alla Università di Mantova un vero salto di qualità che renda la nostra città solido luogo di studio e di ricerca scientifica.
Si deve inoltre aggiungere che nell’ultimo ventennio si è sviluppata una seconda rivoluzione, questa volta globale, la realizzazione di quella che chiamiamo la società della conoscenza diffusa, la quale peraltro rappresenta una nuova domanda, radicale ed esigente, per l’offerta universitaria.
Riteniamo centrale la consapevolezza di questa radicalmente nuova stagione culturale ed economica. La quale addirittura con intensità inedita sottolinea la necessità oggi di una presenza universitaria a Mantova, caratterizzata tuttavia dai fattori ineludibili di solidità e aderenza al tempo nuovo.
Legato a questo tema sottolineiamo inoltre un dato assolutamente nuovo e di vitale importanza per un attuale fatto universitario. Si suole spesso discutere sul legame Università-territorio, una questione complessa ma ineludibile. Va affrontata nel rispetto della natura delle cose. Università è per definizione metaterritoriale; va oltre, non ha confini, così come la cultura, la scienza, la ricerca, il pensiero. Il suo rapporto con il territorio tuttavia è naturale, doveroso, necessario, creativo, innovativo, ma nel rispetto della natura della Università. Non a caso nacquero in parallelo l’Universitas Studiorum e l’Universitas Mercatorum. Anche i mercati come la ricerca e il pensiero non hanno confini. Ma il territorio è una fonte e un dovere per l’Università: il suo sistema economico, il suo sistema di impresa, di lavoro, di cultura, di civiltà, sarebbero più poveri se non legati al fatto universitario; sarebbe più povera una comunità senza Università. E nello stesso tempo sarebbe astratta la presenza di una Università, avulsa dal territorio. Sarebbe una semplice sovrastruttura.
Si è discusso e si discute intensamente sul rapporto globale-locale. E’ assodato che questo tema è fondamentale in tutti i suoi risvolti: economia, cultura, arte, diritto, civiltà, natura… I mercati totali hanno posto esperienze e problemi inediti alle realtà locali, in particolari alle loro espressioni caratterizzate. Ora questo tema si pone in termini addirittura nuovi e più esigenti: la sconvolgente crisi finanziaria ed economica globale dovrà essere necessariamente “governata” dal centro, dalla piramide dei centri: New York, Bruxelles, Roma, per prendere la verticale più naturale e nota. Ogni paese dovrà poi fare riferimento alla sua peculiare natura e struttura. Vi sarà per i tedeschi una forza che gli deriva per certi aspetti dal sistema renano; così si farà leva sulle peculiarità del Regno Unito, della Francia, della Spagna … L’Italia trae la sua natura più radicata storicamente dal multipolarismo locale, dal multipolarismo territoriale, dal policentrismo delle molteplici forme di autonomia, in primis l’autonomia funzionale delle Università fissata anche in modo nuovo dalla legislazione recente. Anche in questa crisi sconvolgente l’Italia o trae linfa dalla creatività dei suoi territori e delle sue autonomie, o si toglie gran parte delle sue potenzialità. Anche da questa constatazione trae motivo un valore nuovo per un moderno polo universitario: Università tra territorio e universalità.
2. La presenza della Università ha una valenza strategica, ma è necessaria una strategia!
2.a. Abbiamo sin qui vissuto una lunga fase di gestazione caratterizzata da iniziative spesso disorganiche e con evidenti reciproche incomprensioni tra università e contesto, nella quale vi sono state criticità, ma anche eccellenze di fatti e di persone. Ora questa fase deve intendersi finita. Per una serie coerente e stringente di motivazioni: crisi economico-finanziaria; contenimento della spesa a tutti i livelli; richiamo alla austerità e al rigore nel riordino universitario; processi di comparazione internazionale; indicazioni europee; mappatura regionale; riordino delle strategie dei vari atenei, in particolare le “nostre” case madri, tutto questo ci dice che bisogna voltare pagina. Se vogliamo dare un futuro alla Università di Mantova. E noi ripetiamo che questo è un dovere ineludibile.
2.b. Una idea forte spinge a sostenere che è necessario porsi il problema di “quale futuro solido della Università di Mantova”. Tutto porta a pensare alla necessità di mettere in campo e sperimentare l’idea di un modello particolare, originale, che si attagli peraltro alle dimensioni complessive di Mantova, che si ponga l’obiettivo di una opportunamente e professionalmente individuata Università di nicchia, una Università “nuova” con caratterizzazione distintiva, valenza e vocazione nazionali e internazionali.
2.c. Una strategia innovativa netta non vuol dire una pietra sul passato. Anzi parte dalle sue testimonianze migliori per interpretare il futuro e dare in questa luce un senso di prospettiva solida alla Università di Mantova.
Occorre fare un bilancio critico di quanto fatto per poter proseguire innovando sulle linee più promettenti, tagliare gli inevitabili rami secchi e creare il nuovo.
2.d. Altro punto di partenza strategico sta nel rapporto tra Università e “territorio”. Università come valore generale in sé, come qualità oltre la singolarità del luogo di appartenenza; e “territorio”, vale a dire non la geografia specifica, bensì l’insieme di caratteristiche, tipicità, qualità, storie, criticità che, insieme, determinano una comunità locale, un “territorio”. Una forte identità della Università è legata a una forte identità di territorio, rendendo esplicito il senso dinamico della sua cultura ; se questo senso dinamico e strategico esista.
2.d.1. Rilievo strategico quindi è ricoperto dal rapporto Università-Territorio. Un rapporto che ha il suo significato forte nella sua qualità interna e nella natura sovra locale delle Università .
2.d.2. Si è posta la questione della caratterizzazione, della natura del polo universitario di Mantova nel futuro. I punti di argomentazione sono molti, ma quello centrale parte dalla affermazione che non vi sarà alta identità di Università se non vi sarà alta identità di territorio. Se Mantova come territorio, o come sistema, o come sistema e rete di Territori caratterizzati, non precisa in atti, pensamenti e strutture la sua natura caratterizzata e singolare. Il futuro della Università e il futuro di Mantova convivono.
2.e. In questa ottica si pone il problema di come le energie del territorio, istituzioni, sistema economico, società culturale, in sintesi la civitas mantovana, intendano porsi l’obiettivo di una solida strategia per il polo universitario a Mantova:
2.e.1. Si impone, in questo caso più che mai, una logica di “coalizione” tra le istituzione e tra esse e il privato, fortemente motivata sugli obiettivi primari, senza i quali un polo universitario non regge.
2.e.2. Di grande rilievo il rapporto impresa-ricerca-Università, in tutti i suoi aspetti: innanzitutto come fonti di creatività culturale, di qualità che caratterizzi e arricchisca il territorio e la rete universitaria italiana; come fonte di arricchimento reciproco Università-sistema di impresa; come qualificazione di lavoro e professionalità. In questo quadro si ricorda che il numero di laureati nelle imprese a Mantova è, comparativamente al quadro nazionale e regionale, preoccupantemente basso . Questo richiama tante riflessioni, ma anche il debole legame della università col suo territorio.
2.e.3. . La sfida che l’Università di Mantova deve saper affrontare è quella di potenziare il rapporto con il tessuto produttivo rivolgendosi alla realtà industriale, andando a cogliere l’opportunità del passaggio che molte aziende stanno attuando da una imprenditoria “piccola”, molto vicina all’artigianato, verso strutture che si potrebbero definire “medie imprese”.
2.e.4. Per molti aspetti la consapevolezza dalla questione Università a Mantova nella sua profondità, non è ancora patrimonio diffuso, “intimo” alla comunità mantovana. Questo comprende anche la domanda: quanto è disponibile Mantova a investire, in pensieri e opere, per la sua Università: intellettualmente, politicamente, economicamente, finanziariamente?
2.e.5. È difficile, inoltre, incontrare a Mantova un luogo che favorisca una compartecipazione, un approfondimento, un confronto in profondità sui problemi centrali; un luogo e una occasione metodica in cui impegnarsi in un bilancio consuntivo e di rilancio, almeno in questa che noi chiamiamo fase di transizione , dalla verifica di un progetto di fattibilità a un concreto progetto di sviluppo. In questa fase fortemente proiettata verso il futuro in cui peraltro possiamo dire che si può passare da un buon assetto delle strutture a un solido radicamento universitario, Sarebbe importante una sede in cui conoscere insieme e insieme progettare. Quando una siffatta occasione accade, si riscontra il più delle volte, in molti, un dannoso e immotivato tono celebrativo. Soprattutto in coloro che dovrebbero avere serena consapevolezza e responsabilità.
2.f. Il radicamento di un polo universitario richiama il problema della formazione e del radicamento delle risorse umane, docenti e personale tecnico/amministrativo. La robustezza del quadro di insieme, la chiarezza degli obiettivi, questo a Mantova manca.
2.f.1. Manca, e va necessariamente creato, un nucleo di docenti che abbia fatto di Mantova, o abbia a Mantova la sede principale della sua attività didattica e di ricerca in collegamento strategico con obbiettivi strategici del territorio. Vi è questa prospettiva? Vi è il tempo?. Vi è l’intenzione nei progetti di questa o di quella casa madre?
2.f.2.Non va nella direzione giusta, e va quindi rettificata, l’organizzazione di corsi non ancorati all’Ateneo di riferimento
2.f.3. È rilevante la questione dei processi di selezione del corpo docente, per la quale nulla osta alla appartenenza territoriale, ma che certamente pone in cima la caratterizzazione culturale e la qualità accademica.
2.f.4. Si pone anche in base a questi punti la questione della realizzazione di un polo universitario caratterizzato, distintivo, con corsi di nicchia e di alta specializzazione, condotti da docenti anche di qualificate Università estere.
2.f.5. Nella logica della qualificazione di indirizzo e di ricerca e della austerità della gestione amministrativa le risorse vanno concentrate e ancorate ai fatti di eccellenza, anziché a richiami disorganici affidati anche a dislocazioni logistiche.
Alcune delle esperienze fino ad oggi condotte nella scelta dei contenuti della formazione e della ricerca mostrano evidenti contraddizioni e vanno analizzate e valutate a fondo e con rigore.
Una intelligente scelta dei contenuti su cui impegnare la ricerca e la didattica deve essere centrata sulle problematiche di maggior momento del mondo contemporaneo e sapersi coniugare al territorio mantovano e alle sue esigenze di crescita e sviluppo.
Si pone il problema di dar spazio all’innovazione. La replica di contenuti standard già sviluppati da altre università non consente di caratterizzare una università di nicchia né è capace di attrarre docenti,ricercatori,studenti.
Le università presenti( o la università presente ) a Mantova devono operare per una integrazione proattiva ed innovativa dei contenuti caratteristici delle loro ricerche e della loro formazione.
2.f.6. In un quadro di crescita qualitativa e organica; di reperimento e di destinazione oculata delle risorse; di selezione degli investimenti a vantaggio delle strutture tecnologiche e di ricerca, è fondamentale una forte intenzione di alleanza con Università realmente interessate a investire su Mantova .
2.f.7. Per una presenza universitaria incisiva sono necessari Centri di ricerca, Dipartimenti, Laboratori o altro, che siano in grado di trattenere e incoraggiare docenti e ricercatori che svolgano in maniera prevalente o addirittura esclusiva la loro attività a Mantova
2.f.8. Una strategia forte della “coalizione di territorio”, di cui abbiamo parlato, può incontrare l’interesse di una Università che intenda investire su questo progetto, importante e creativo per Mantova, creativo per la comunità locale, interessante per l’Ateneo medesimo che incontri a Mantova una realtà propizia per condividerlo e svilupparlo.
2.f.9. Vi sono stati in passato, nel fatto universitario mantovano idee e uomini eccellenti. Da tener presenti per la nuova pagina da scrivere
2.f.10. In particolare va valorizzato, accanto a un consiglio di amministrazione che rappresenti con snellezza ed efficacia la convergenza e la compartecipazione pubblico-privata, il ruolo essenziale del Comitato Scientifico dotato di poteri reali e precisati, guidato da persona che per storia, qualità e passione conosca il mondo dell’Università, l’Università di Mantova e conosca Mantova.
2.g. E’ importante tener presente quanto si muove a livello nazionale in tema di riforma della Università : documenti e interventi già manifesti; altri in fieri. Vi è troppa distrazione in proposito
2.h. In sintesi: nelle riflessioni e nei confronti promossi da ARTES emerge l’esigenza di un fatto universitario nuovo, intorno al quale creare una struttura e una forma qualitative di insieme, distintive,moderne ed efficaci, in grado di rappresentare ed esprimere concretamente in una realtà specifica, Mantova, quanto di rigoroso e fortemente innovativo emerge nel meglio del dibattito nazionale ed europeo sulla Università riformata. Si deve avere questa consapevolezza e una corrispondente capacità di darvi risposta. Non vi sono alternative, se non la fuoriuscita da una reale esperienza universitaria.