Una fondazione pubblico privata per gestire il
Teatro Sociale, che finanzi la ristrutturazione dell’immobile e della
sala e, in cambio, riceva l’intera struttura in affitto virtuale per un
numero di anni corrispondente all’importo conferito. La proposta per
uscire dallo stallo in cui si trova da anni il Massimo mantovano parte da
Sergio Cordibella, presidente del Conservatorio cittadino.
Ma anche comproprietario del teatro stesso, dopo che al Campiani
è stato donato un palco dall’imprenditore Franco Freddi. Cordibella
prende spunto dalle vicende più o meno recenti del Sociale, culminate con
le schermaglie tra il direttivo e il gestore Pesta, per rilevare che nella
gestione dei teatri il ‘tutto privato’ non funziona. «L’orientamento
generale è per una gestione pubblica o pubblico-privata - fa notare il
presidente del Conservatorio -. Di questa alleanza, a Mantova si è
parlato più volte, senza mai concretizzarla; anzi, spesso si è arrivati
al conflitto. Sono contrapposizioni sbagliate e controproducenti».
Cordibella sostiene di non voler criticare il direttivo e il presidente
del condomioni («hanno operato in modo efficace per definire le morosità
e dare trasparenza ai conti»), ma ritiene imprescindibile l’alleanza
col pubblico, per puntare a due obiettivi: garantire una programmazione
culturale di qualità e assicurare le risorse necessarie per la
ristrutturazione e la manutenzione straordinaria dell’immobile. «Credo
che il condominio non possa garantire i fondi, quantificabili in circa tre
milioni di euro - rileva Cordibella -; attualmente una delle facciate è
in fase di restauro, ma l’ordinanza comunale impone l’intervento su
tutte e tre». Ed ecco la proposta: «Si potrebbe creare una Fondazione in
cui confluiscano il condominio, Comune, Provincia e altri soggetti
privati. I lavori si dovrebbero svolgere in 3 anni, quindi anche i
contributi sarebbero diluiti in quest’arco di tempo: 500mila euro da
Comune, Provincia e dalle tre fondazioni bancarie, i restanti 500mila
chiudendo un accordo di programma con la Regione. La Fondazione
erogherebbe la somma in conto affitto: il teatro dovrebbe essere conferito
calcolando un affitto figurato annuale: se fosse di 100mila euro, allora
l’affitto sarà per 30 anni. Poi si dovrà individuare un privato per la
gestione tecnico organizzativa per teatro, opera e balletto, ricordando
che solo con un’offerta di qualità e, soprattutto, costante nel tempo,
si crea un pubblico». Cordibella propone la creazione di un gruppo di
lavoro ristretto che formuli concretamente la proposta da sottoporre poi
alle istituzioni.
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